lunedì 3 novembre 2014

Modesto ma veemente assalto alla casta

Mi sembra che oggi siano i giornalisti quelli che decretano quale sia il bene e quale il male.

Sono loro che giudicano il metodo Stamina sostituendosi ad autorità sanitarie e a sperimentazioni scientifiche.
Sono loro che decidono se un alimento è sano, se il biologico avrà successo, se una dieta è bilanciata; sono sempre loro che giudicano la qualità di vita di un Paese, se un'università è d'élite, se il clima sta cambiando, se i ghiacciai si sciolgono per davvero o se una democrazia è in pericolo.

Trasmissioni come "le Iene" possono far chiudere esercizi commerciali e mettere sotto inchiesta enti pubblici con servizi da poche decine di minuti e quattro interviste. 
Ogni settimana un'inchiesta di Report annienta un diverso settore: pochi giorni fa è toccato alla pizza, poi al caffè, ieri ai piumini. E il bello è che lo fa con contenuti a dir poco opinabili ma con clamore da Watergate. Tipo: il prof. Perin sostiene che la pizza bruciata può far male (dov'è la novità? anche svegliarsi la mattina fa male, aumenta l'entropia e ti avvicina al giorno della morte); oppure: alcuni pizzaioli disonesti condiscono la pizza con olio di girasole al posto di quello d'oliva (e 'sti cazzi? manco fosse cianuro).
... e chi se ne frega...


La ricerca spasmodica di complotti e catastrofi si è impossessata del telespettatore e i giornalisti da inchiesta ci sguazzano come pesci rossi nell'acqua di rubinetto: sono loro, i giornalisti d'assalto, l'ultima frontiera del potere, l'ennesima casta, i nuovi intoccabili. Sono gli unici che possono parlare di tutto pur dichiarandosi sfacciatamente non esperti, che possono attaccare impunemente chiunque, fottendosene di regole che loro stessi si vantavano di maneggiare alla perfezione, tipo il diritto di replica o gli elementi basilari del contraddittorio. Non devono rendere conto a nessuno se non all'audience e alla risonanza mediatica delle loro dichiarazioni. Possono scegliere, tagliare, montare interviste e inserire immagini in modo arbitrario, lanciando messaggi ben precisi senza alcun tipo di verifica o controllo se non quello che si fanno da soli. E se si sbagliano, beh, al massimo una piccola e discreta rettifica in fondo al programma successivo e tutto è sistemato. 

A quando una puntata di Report autoreferenziale, incentrata sul potere che i giornalisti stessi si sono ritrovati per le mani e su come questo viene usato?