lunedì 26 novembre 2012

Risultati primarie e previsione ballottaggio

Seconda parte del week end passata a catalogare una volta per tutte la mia obsoleta biblioteca cartacea sul mio nuovo profilo aNobii. (Mi pareva ormai di essere rimasto l'ultimo italiano a non avere tutto archiviato lì.)
Risultati: nel corso della mia ventiduennale vita da adulto (periodo che parte da quando non vivo più con i miei. I libri della vita precedente li hanno in pratica tutti loro e non li considero aNobiizzabili) ho finito 334 libri e ne ho iniziato e poi interrotto per varie cause altri 78 (senza contare gli 80 libri da consultazione). Una media di 1,3 libri finiti al mese, più altri 0,3 iniziati e non finiti, indipendentemente dalla lunghezza del testo o dalle altre attività più o meno interessanti avrei potuto fare in quel periodo della mia vita. Pensavo peggio.
Inoltre a chi dice che non leggo narrativa sbatto in faccia che quanto sopra è costituito per oltre l'80% di romanzi, racconti et similia.
Questo è quanto. Il titolo serve solo ad attirare visite su un post inutile in questa giornata per altri versi campale.

giovedì 22 novembre 2012

Il cecchino

Un lavoretto pulito
Sembrava essere sparito dalla circolazione da quando aveva accoppato quel tuo collega arrogante, poi stamattina lo hai visto di nuovo in azione.
Eri nella sala d'attesa del dentista, anzi direi dell'azienda dentistica, visto che anche questa struttura come molte altre per sopravvivere alla crisi sta provando la carta delle economie di scala, dell'abbattimento dei costi fissi e dell'aumento dell'efficienza, e occupa quattro o cinque specialisti e un agguerrito manipolo di ragazzotte tra infermiere e segretarie.
Eccoti lì seduto che già aspettavi da qualche manciata di minuti dopo l'ora fissata per l'appuntamento (questo è un meccanismo che continuo a non spiegarmi e probabilmente getta le sue basi in un circolo vizioso di "so che vieni in ritardo, ti dico mezz'ora prima" rinforzato da "so che mi dici mezz'ora prima e allora vengo in ritardo" che però trova un inceppo quando si imbatte in un tipo puntuale come te, che infatti ora ti trovi ad aspettare).
Insomma eri lì tranquillo ad attendere il tuo turno quando entra quel roscio (1) spavaldo ed aggressivo nei modi e nell'abbigliamento pseudo militare, bomber, pantaloni verdi con tasconi e scarpe ginniche ipertecnologiche, con il suo sguaiato accento romano, e appena si affaccia sulla scena già lo vedi intento ad affermare con tutto se stesso il suo ruolo di maschio dominante. Si rende conto da subito che non può pisciare sull'attaccapanni e non gli rimane che apostrofare in modo pesante le infermiere e le segretarie e appoggiarsi con tutta la sua palestrata massa muscolare sul banco dell'accettazione per sbraitare a voce molto più alta del necessario: "ahò, so' Mazzetta, ciò n'appuntamento alle nove". Dopo la timida replica di attendere seduto il proprio turno, si mette ad andirivenire sbuffando rumorosamente e fissando gli astanti con occhiate aggressive come fossero prede da sbranare. 
Ed è successo. Hai di nuovo visto con la coda dell'occhio lo sportellino sul soffitto che si apriva con un leggero ronzio, mosso da pistoncini idraulici. Da lì è fuoriuscito un tubo metallico brunito lungo una trentina di centimetri, se lo avesse visto un esperto di balistica ci avrebbe riconosciuto la canna di una carabina calibro .22, munita di un discreto ma efficiente sistema di puntamento laser. Dopo una frazione di secondo che hai misurato essere lunga come mezzo sbuffo dello scimmione, un cerchietto rosso poco più grande di una lenticchia si è materializzato sulla sua fronte (dell'energumeno, non dell'esperto di balistica), giusto tra le folte sopracciglia. Poi un rumore sordo, STUMPF, e il tizio giaceva riverso sulla poltrona che aveva a fatica conquistato rubandola ad un ragazzino che si era alzato per prendere una rivista: un lavoretto pulito, senza sbavature, senza schizzi di sangue sulla tappezzeria o lordure sulla moquette. Lo sportelletto sul soffitto si era già richiuso col FFFS del meccanismo ben oliato. A qualcuno è passato in mente di avvertire la famiglia, ma senza troppe ansie, probabilmente con un tipo così madre, padre, moglie e figli avrebbero ringraziato il cecchino meccanico.
Poi però ti hanno chiamato, era arrivato il tuo turno, avevi la capsula da sistemare, hai aperto gli occhi e ti sei preparato, mentre il palestrato ti guardava con spocchia, eri passato prima di lui ed era un concetto difficile da accettare.

Note:
  1. dicesi di chi è rosso di capelli (NdA per non romani)

lunedì 19 novembre 2012

Test: sei realista o costruttivista?

Una delle classiche e mai risolte dispute della filosofia matematica è quella tra approccio realista e approccio costruttivista.
Ora, capisco benissimo che un post che inizia così può sembrare perlomeno poco interessante, ma vi chiedo di resistere ancora per qualche riga e di trattenere per quanto vi riesce i conati, potrete insultarmi con comodo tra qualche istante nell'apposito spazio riservato ai commenti. Cercherò di essere breve ed indolore.
Se volessimo ridurre la tenzone ad un concetto base (e lo vogliamo sicuramente fare) potremmo dire che per i realisti gli oggetti matematici hanno una propria verità indipendente dalla loro dimostrazione, mentre i costruttivisti accettano come veri solo gli oggetti che sono stati dimostrati. Ad esempio, prendiamo l'Ultimo Teorema di Fermat, che fino a qualche anno fa era considerato una semplice congettura, visto che non era ancora stato dimostrato. Ebbene, il costruttivista dice che è diventato vero solo dal momento in cui é stato dimostrato, mentre il realista dice che era vero anche prima, è sempre stato vero, solo che non disponevamo ancora della prova.
Quella cosa della caverna,
che torna sempre utile

E' per questo che i realisti sono definiti anche platonisti, perchè teorizzano la realta degli enti matematici indipendentemente dalla nostra conoscenza di essi, come se fossero comunque veri (o non veri) in un mondo ideale, il mondo matematico: a noi tocca solo scoprirli. Secondo la logica costruttivista invece, la matematica è un prodotto umano, e fino a quando non si è deciso che un costrutto è vero tramite dimostrazione, ebbene questo costrutto non è né vero né non vero, è semplicemente indecidibile, è in attesa.
Pare una cosetta da poco, un pippone teorico, ma nasconde alcuni risvolti pratici non indifferenti. Il principale è che i realisti accettano il "principio del terzo escluso" (tertium non datur). Per loro un oggetto può essere o vero o falso: se è vero, allora non è falso; se è falso, allora non è vero. Non ci sono altre possibilità, nessuna scappatoia, nessuna via di fuga. I costruttivisti rifiutano il "principio del terzo escluso" (quindi non escludono il terzo e lo accettano) e affermano che fino a quando non è deciso tramite dimostrazione che un oggetto è vero o falso, beh, allora non è nè vero nè falso.
Vi riporto un esempio molto elegante (1) che fa comprendere come questa disputa che potrebbe sembrare solo teorica ha invece effetti nell'intero modo di sviluppare un sistema completo di dimostrazioni e teoremi, e quindi di verità matematiche (2).

  















Per il realista questa roba qui sopra è valida: la premessa è accettabile,〖(√2)^√2 può essere razionale o irrazionale, i casi sono due, non ci sono altre possibilità. La dimostrazione li analizza entrambi e per entrambi trova un esempio di numero razionale costruito come x^y.

Per il costruttivista la dimostrazione non funziona affatto, ed è proprio la premessa a non essere corretta, non è vero che〖(√2)^√2  "può essere solo o razionale o irrazionale". Non è nessuno dei due se non l'hai prima dimostrato. E' indecidibile. Il costruttivista dice: caro realista, non fare chiacchiere sulle ipotesi, dimostrami che 〖(√2)^√2 è razionale o irrazionale, allora ti crederò. Se la mettiamo su questo piano, l'intera dimostrazione crolla, e per un costruttivista rimane il dubbio se esistono numeri irrazionali x e y tali che x^y è razionale.

L'approccio realista è sicuramente più potente, ha nel principio del terzo escluso un'arma in più. Ma siamo sicuri che sia corretto?
(E io che vado raccontando alle mie figlie che la matematica è bella perché è uguale per tutti...)

Ah, dimenticavo: possono partire gli insulti.

Note: 

  1. Che poi questa dimostrazione che esistono numeri irrazionali x e y tali che x^y è razionale, mi apre uno spiraglio per la comprensione dell'identità di Eulero di cui ho parlato qualche settimana fa, mi fa intuire che e^(Pi) può diventare razionale, e che tutti quei decimali possono davvero sparire come d'incanto.
  2. Per questioni tecniche, al fine di rendere visibili i simboli, ho dovuto riportare la dimostrazione incollando un'immagine. Se avete problemi di visualizzazione riporto qui la stessa dimostrazione con i simboli che il layout di blogger accetta:
Tesi: esistono numeri irrazionali x e y tali che x^y è razionale.
Dimostrazione: Premessa: (√2)^√2 può essere razionale o irrazionale.
Se (√2)^√2 è razionale allora, ponendo x=y=√2 abbiamo trovato un esempio che dimostra la tesi.
Se (√2)^√2 è irrazionale, ponendo x=(√2)^√2 e y=√2 si ottiene che x^y è (√2)^((√(2))^√2 )=(√2)^((√2×√2)) = (√2)^2=2; essendo 2 razionale abbiamo trovato un esempio che dimostra la tesi.


Riferimento bibliografico: Richard Bornat, Proof and Disproof in Formal Logic (Oxford Texts in Logic)

venerdì 16 novembre 2012

Dov'è l'uscita d'emergenza?

Ho imparato una cosa in tanti anni di vita aziendale: quando durante una riunione qualcuno chiede "si può aprire un po' la porta? non si respira", oppure, "l'aria è un po' viziata", significa che la puzza di aliti e ascelle è arrivata a livelli insopportabili.
È quello il momento giusto per chiedersi se ne vale davvero la pena.
Tanta gente e piccoli spazi:
un connubio micidiale

mercoledì 14 novembre 2012

Carnevale della Matematica #55: Sorprese Matematiche

Cari pennuti, vi segnalo il carnevale della Matematica numero 55, ospitato per questa edizione da Maddmaths.
Il vostro tacchino, fino ad ora famelico lettore di tutte le edizioni passate, stavolta, non si sa come, è riuscito ad infilarsi tra gli invitati. Ghiotto com'è di tartine al salmone pensava di farne una scorpacciata a spese di chi fa gli onori di casa, poi ha capito che si trattava di una festa virtuale, con tartine virtuali, che sanno di polimeri e silicio.
Interessante quanto subdola la tecnica utilizzata per scroccare l'invito: ha recuperato un vecchio post di quasi un anno addietro, lo ha camuffato per nascondere per quanto possibile le banalità, gli ha appioppato un titolo che lo facesse sembrare in tema e lo ha proposto pensando che nessuno lo leggesse (del resto era la stessa tecnica che aveva funzionato così bene per la tesi di laurea, perché non riprovarci). Stavolta invece qualcuno ha letto (a proposito, il post è questo). Il pennuto ha provato a fuggire ma le porte ormai erano chiuse e i giochi fatti.
Gli altri contributi sono meravigliosi, non perdeteveli.


venerdì 9 novembre 2012

Tifone!


Mi sono tolto uno sfizio, ho comprato una di quelle scope elettriche senza sacchetto, ha un look da astronave e funziona con un vortice d'aria che spalma la polvere sulle pareti di un serbatoio cristallino. Me l'hanno consegnata nel pomeriggio e appena tornato a casa l'ho subito provata sul tappeto del soggiorno, sebbene fosse stato pulito da poche ore con l'aspirapolvere vecchio. Non so come ma nel contenitore trasparente dell'astronave si è raccolto un bel mucchietto di sporcizia che ammorbava il tappeto da chissà quanto tempo. Magia della forza centrifuga.
Stanotte ci voglio dormire, sopra quel tappeto immacolato.

mercoledì 7 novembre 2012

What?

Stamattina mi sono attardato a casa per seguire il discorso di Obama subito dopo la vittoria. Parlava con orgoglio della sua nazione, indicando come fondamento della democrazia americana e come principali armi per uscire dalla crisi l'eccellenza del sistema di istruzione, i continui investimenti in ricerca e l'eterogeneo cosmopolitismo della popolazione. La cosa strana è che sono tutti concetti che non ho mai sentito nemmeno sfiorare durante i talk show nostrani. Ma forse ho capito male, colpa dell'inglese.

lunedì 5 novembre 2012

Paleogeografia per minori

La cosa di Pangea e 
Panthalassa (fonte)
Eppure al momento non riesco a pensare a nulla di più emozionante che cogliere un bimbo nell'atto di comprendere un meccanismo e acquisire una nuova conoscenza. Se poi quel bimbo condivide con te gran parte del patrimonio genetico e ti capita altresì di impersonare l'estemporanea scintilla di quell'illuminazione, allora si può arrivare a percepire lo stato effimero che qualcuno si arrischia a definire felicità.