Tempo fa scrissi qualcosa sulla crescita delle piante. Dichiaravo palese il fatto che le piante traessero il carbonio necessario alla loro crescita attraverso la terra, e affermavo di avere la prova di ciò: ogni tanto ero costretto a rabbocchi di terra nei vasi del mio balcone, necessità che io attribuivo proprio al consumo di terra da parte della pianta.
Poi ieri, su uno dei miei blog preferiti, ho letto questo. Marco afferma che le piante prendono prelevano carbonio in massima parte dall'aria, attraverso la CO2 in essa contenuta. Mi sono cadute le braccia: ecco la differenza tra una spiegazione dei fenomeni attraverso il semplice uso del buon senso (la mia) e il vero metodo scientifico, mi son detto. Quanto sono stato ingenuo. Ora è tutto così chiaro. E pensare che il mio vecchio post voleva proprio essere una apologia del metodo scientifico, anche se fatta da uno che non è del mestiere.
Hey, un momento. Chi mi dice che l'esperimento di Marco sia stato effettuato come si deve? Senza influenze esterne, senza possibilità di misure falsate da eventi non previsti, senza pecche insomma. Potrei ancora avere ragione. Se solo riuscissi a dimostrarlo...
Boh, io per ora mi fido di quello che dice. Lui è uno scienziato, io un.
e tu un???
RispondiEliminaero lì che pensavo a cosa sono e non mi è venuto in mente nulla. non so se essere angosciato dalla mia nullità o rinfrancato dalle potenzialità di crescita che questa attuale nullità promette per il futuro.
RispondiEliminaÈ imbarazzante, lo so. Anch'io avevo letto l'articolo di Marco Delmastro ed ero rimasto senza parole. Lei tralascia, sig. Tacchino di dire che il suddetto articolo è destinato ai bambini delle elementari. Basta così. Vado a farmi uno shampoo con la cenere.
RispondiEliminaIn effetti confermo che anche io devo rabboccare la terra nelle piante del balcone, tuttavia la mia spiegazione - scientificamente provata - è legata ad un gatto col pollice verde... non è che a casa tua hai animali "terrivori"?
RispondiEliminache io sappia non fornisco alloggio ad animali di taglia superiore allo scarafaggio. tranne i tre esemplari femmina di homo sapiens, ovvio.
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