sabato 28 gennaio 2012

Vorrei anch'io dire la mia

A volte penso che buona parte della stupidità da cui normalmente mi sento assediato si estrinsechi e dia il suo meglio nella strana e inspiegabile necessità di dover per forza dire qualcosa, in ogni occasione, su ogni argomento. E' incredibile come non ci sia alcuna remora nello sbandierare al vento la propria imbecillità, soverchiati dall'impellente bisogno di esprimere opinioni sentite chissaddove, ritritare concetti banali, sottolineare ovvietà con veemenza.
Per pietà, un po' di pudore.

venerdì 27 gennaio 2012

Sciopero? Me ne fotto


Metro Roma Linea A - Foto da Wikipedia
Sciopero dei trasporti a Roma, previsti disagi, disservizi, code, stress, scene di panico, traffico impenetrabile, follia.

Stamattina, mentre sotto la doccia pianificavo la battaglia e sondavo le varie soluzioni a mia disposizione (ore in auto? gelo in scooter? vacanza forzata?), sono stato colto da un'illuminazione improvvisa, e le mie labbra insaponate si sono schiuse in una frase che avrebbe cambiato il senso della mia giornata: me ne fotto.
Spinto dall'inguaribile ottimismo cresciuto sulla scia della nuova consapevolezza, e valutando la piccola sigla sindacale promotrice dell'iniziativa di protesta non in grado da sola di bloccare un intero sistema, affronto come ogni mattina il mio solito percorso in metro per arrivare in ufficio, incurante degli annunci allarmistici disseminati su giornali, volantini, affissioni. Risultato: funzionava tutto, viaggio tranquillissimo, vagoni semivuoti (i miei soliti compagni di pendolarismo erano tutti in superfice, solitari prigionieri delle colonne di auto), treni in perfetto orario. Arrivo in ufficio prima del solito, tranquillo, rilassato, con in testa ancora la mia frase, pronto a riutilizzata nella prima occasione utile.
Oggi ho la soluzione a tutto, oggi io me ne fotto. 


martedì 24 gennaio 2012

Senza Parole

"Allora noi usciamo, andiamo a vedere un film muto, girato completamente in bianco e nero, epperdipiù francese". Mentre dalla soglia di casa dicevo queste parole a mia suocera, convocata in funzione di babysitter per la libera uscita mensile del sottoscritto con consorte, già sentivo dentro di me una sorta di angoscia premonitrice, un pentimento ante facto. Un modo un po' strambo per passare una serata libera, così rara e preziosa al giorno d'oggi, pensavo. Una volta si andava a ballare il pogo o perlomeno a ubriacarsi fino a vomitare le budella...

lunedì 23 gennaio 2012

Campione tra tacchini (di varie epoche)

foto dell'arrivo allo stadio delle Aquile
della Corsa di Miguel 2012
(inutile ingrandirla, nessuno
di quelli nell'immagine sono io)
Sì, lo so, siamo ormai al lunedì successivo alla terza domenica di gennaio e voi vi aspettate il resoconto della mia "Corsa di Miguel 2012". Sarà riuscito il tacchino a superare il suo se stesso degli anni passati, a battere quell'individuo ectoplasmico fatto di cellule un tempo presenti ma ormai morte, e tuttavia con il quale, chissà come e con quali misteriosi legami, condivide una memoria, un aspetto esteriore e alcune caratteristiche secondarie che alcuni amano definire carattere?
Come, non ve ne frega una mazza?
Preferite sapere che ha fatto la Roma?
Banali.
Su queste pagine niente calcio.
Gli organizzatori hanno assicurato che quest'anno la Miguel sarebbe stata di 10 Km precisi, ma i GPS dei corridori che ho interpellato all'arrivo segnavano 10,100 km, e la maggior parte dei siti di podisti amatori (no, non si tratta di una perversione sessuale tipo leccare tra le dita dei piedi...) riportano oggi 10,200 o 10,270.
Comunque, qui di seguito gli anni con i miei tempi, le distanze del percorso che sono riuscito a ricostruire e la conseguente velocità espressa in minuti al km.


2006: tempo 51:26, km 10,335, vel. 4,59 
2007: tempo 50:21, km 10,335, vel. 4,52
2008: influenza, km 10,170
2009: tempo 46:57, km 10,200, vel. 4,36
2010: tempo 45:17, km 10,335, vel. 4,23
2011: tempo 44:28, km 10,200, vel. 4,22 
2012: tempo 42:50, km 10,200, vel. 4,12

Come non notare che ogni tacchino è più veloce di qualche secondo rispetto al suo vecchio guscio di un anno prima? Il vostro pennuto Dorian Gray vede invecchiare la sua immagine allo specchio ma diventa sempre più giovane e tosto. Tra qualche anno correrò con un Pampers Junior 18/25 kg.
Come dite? Sto un tantino esagerando? Beh, visto che sono l'unico a fare il tifo per me (mia moglie, al mio ritorno dall'epica battaglia, invece di chiedermi com'era andata mi ha messo a pulire i carciofi) cerco perlomeno di farlo al meglio.


Note a margine:
Organizzazione generale - a parte la confusione sulla lunghezza del percorso, per il resto senza pecche
Ristoro -  ottima idea e da replicare quella di distribuire all'arrivo un bicchiere di cartone ad ogni atleta (eh,eh, come mi piace gingillarmi con questa parola) che poi può essere riempito quante volte si vuole ad appositi rubinetti da dove sgorga acqua fresca o thé caldo (miracoli dell'idraulica).
Musicanti - sembra a prima vista trascurabile, ma vi assicuro che la presenza lungo il percorso di trombettisti, batteristi, giocolieri e artisti vari intenti a esibirsi per la gioia del pubblico e per la carica dei corridori costituisce buona parte della differenza tra una corsa così così e una bella corsa.

sabato 21 gennaio 2012

Il mondo si divide in due

A me questo post è piaciuto parecchio. Non riesco a immaginare una maniera migliore di raccontare ciò che racconta: nè più nè meno della tipica suddivisione in due del mondo, ma stavolta niente beatlesiani e stonesiani, niente coppiani e bartaliani, né tantomeno fascisti e comunisti, ché queste sono state sempre piuttosto forzate e per nulla rappresentative. Stavolta si tratta della suddivisione vera, quella che caratterizza il mondo come io lo conosco. Buona lettura.

martedì 17 gennaio 2012

Il Comandante

Forse, Comandante Schettino.
Forse, il tempo e le indagini della magistratura diranno quali sono le verità e quali invece le fantasie dovute alla concitazione e alla paura del momento, e lei riuscirà finalmente a spiegare le sue ragioni.
Forse, una volta fatto il primo errore, il pericoloso passaggio a lambire la costa del Giglio, vuoi per esibizionismo, una scommessa tra marinai, vuoi per eccessiva sicurezza, una rotta fatta tante volte, beh, una volta fatto il primo errore viene facile il secondo: continuare a seguire le operazioni da bordo non avrebbe dimezzato il numero delle vittime, che alla fine qualcuno che coordina lo sbarco dei passeggeri si trova sempre, e l'allarme era stato dato, no?
Forse, è vero che l'istinto di sopravvivenza è talmente forte nell'essere umano che piega ogni volontà, e meno male che è così, che è merito di questo istinto alla conservazione se la nostra specie è arrivata fin qua, nel bene e nel male. Forse.
Però, Comandante Schettino.
Le telefonate tra lei e la capitaneria, le testimonianze di decine, forse centinaia di passeggeri, quelle degli abitanti del Giglio, quelle dei soccorritori, fanno proprio pensare che quella notte lei abbia abdicato al suo ruolo. E dalla mia conoscenza del mare e delle sue regole, a dire il vero molto teorica (ho la patente nautica) ma poco pratica (non navigo da anni), so che in mare la figura del Comandante rappresenta la massima autorità, la fonte di sicurezza, l'ultimo appiglio. Credo davvero che quello di Comandante di unità da diporto sia oggi uno dei pochi ruoli di comando in cui è giustificato il potere assoluto (se ci teniamo fuori dal mondo militare). In mare non ci sono altre istituzioni alle quali si può chiedere aiuto, non posso andare alla stazione dei carabinieri per denunciare il sopruso di un poliziotto o, viceversa, al commissariato per lo sgarbo del carabiniere. In mare c'è il Comandante, lui è la massima autorità, lui il solo responsabile. Se avete provato a trascorrere anche un solo week end in barca a vela sapete di cosa parlo. Il Comandante di una nave, proprio per la potenzialità di rischio che lo stare in mare comporta, deve poter dare ordini senza giustificarli, deve poter disporre di tutti i suoi collaboratori e, in caso di emergenza, di tutti i passeggeri come crede se questo è finalizzato al bene comune, deve poter agire indisturbato per raggiungere lo scopo. E, come contraltare di questo potere assoluto, gli si attribuisce responsabilità assoluta, per tutto ciò che compie con questo enorme potere. E lei, Comandante Schettino, con la sua manovra azzardata, ha deluso ed eluso ogni fiducia, ogni regola, ogni onore, ogni responsabilità.
E poi, Comandante Schettino, dopo il primo errore, dopo quell'omaggio spavaldo all'isola, dopo quella spacconata omicida, lei era ancora tenuto ad essere punto di riferimento, il coordinatore nell'emergenza, il Comandante supremo, e invece pare che sia stato tra i primi ad abbandonare la nave, fottendosene di ruolo, onore, fiducia dell'equipaggio e dei passeggeri, regole del mare che erano il suo mestiere, la sua vita.
Infine, per quanto riguarda l'istinto di sopravvivenza, Comandante Schettino, so benissimo che l'essere umano è fatto di geni, che la paura può condurre un uomo ad azioni incontrollate, irrazionali, a volte paradossalmente autolesioniste. Ma l'essere umano è fatto anche di cultura, di princìpi, di rigore, di priorità morali, in una parola di coscienza. E cos'è un Comandante se non riesce ad anteporre la coscienza al singolo gene?
Non so, nel continuare a leggere le testimonianze, le trascrizioni delle telefonate, le versioni, provo tanta delusione. Pensavo che questo paese si reggesse ancora, e nonostante tutto, grazie alla stragrande maggioranza di cittadini che ogni giorno fanno il proprio dovere, ma leggo di superficialità, di mediocrità, di pressapochismo. E ora come faccio a togliermi dalla testa la schifosa sensazione che questa non sia che l'ennesima testimonianza del degrado sociale e umano dell'ultimo ventennio?
Sì, forse esagero, ma provate a farmi cambiare idea, scommetto che non riuscirete a convincere nemmeno voi stessi.

venerdì 13 gennaio 2012

Facile conclusione

Non posso non essere d'accordo con questo post di plus nell'entusiasmo per questo governo che ci è toccato. Il migliore visto nei miei primi quarant'anni.
Basta dare un'occhiata all'intervista di domenica scorsa o al descreto liberalizzazioni in corso di predisposizione per farsi un'idea dell'onestà intellettuale, dell'eleganza, del professionismo e dell'efficienza di questo manipolo. Sarà merito dell'assenza di legami con lobbies e cartelli di potere, sarà il momento particolare di emergenza che spinge ad azioni forti, ma una rivoluzione economica e culturale di questo tipo in soli due mesi mi pare un insperato ritorno alla vita.
E se qualcuno prova a dirmi che questo governo non è stato eletto, che non è espressione del voto popolare, mentre lo erano i precedenti, beh allora è un problema del popolo elettore, è un prolema della democrazia, e la conclusione mi viene facile: fanculo a entrambi, al popolo elettore e alla democrazia.

mercoledì 11 gennaio 2012

Copyright 3

Il mio Google Reader mi dice che a breve uscirà Abolire la proprietà intellettuale, un libro sull'inutilità, o meglio sulla dannosità, del copyright.
Se ne era parlato su questo blog qualche tempo fa e il vostro tacchino è ancora pienamente convinto di quello che sosteneva: il diritto d'autore non ha senso. Solo che, con l'età, e come contrasto con il ventennio sciagurato che ha appena vissuto insieme ad altri 57 milioni di persone, lo stesso tacchino sta imparando a seguire di più le regole, e quindi scarica meno illegalmente e acquista legalmente quello che le sue finanze gli permettono. La quantità del materiale a disposizione è diminuita, ma la qualità ne guadagna: ad esempio ho meno brani da ascoltare sul mio lettore mp3 e mi posso concentrare più su quelli per i quali ho attentamente ponderato l'acquisto. Un altro aspetto dell'effetto R4 di cui al post precedente.

martedì 10 gennaio 2012

Kindleide, ovvero comperare o no un ebook reader? Una storia dove forma e sostanza si confondono

Qualcuno ricorda l'aggiornamento mezzi di un anno fa? Avevo appena messo le mani su un Ipad e ne ero entusiasta, tanto che subito dopo mi sono sentito in dovere di ringraziare personalmente Mr. Jobs.
Memore di quelle meravigliose sensazioni, deciso a riassaporarle a distanza di pochi mesi, e solleticato dall'appassionata recensione di Morc, ho passato l'intero pomeriggio di domenica a lambiccarmi il cervello sull'opportunità dell'acquisto di un Kindle, il lettore per ebook di Amazon. Innanzitutto sono convinto che fra i vari ebook reader il Kindle è di gran lunga da preferire a tutti gli altri, se non altro perché tra questi aggeggi elettronici vanno scelti quelli più diffusi, altrimenti rischi di trovarti come trent'anni fa chi aveva preferito il Betamax al VHS, ossia senza roba da metterci dentro. Inoltre il prezzo mi pare più che concorrenziale.
La decisione non è quindi quale reader comperare, che la risposta sarebbe facile, ma si sposta di un passo indietro: comperare o no un ebook reader? 
Nel corso dell'analisi mi sono presto reso conto che i vantaggi si sovrapponevano agli svantaggi, confondendosi con loro e rendendo magmatica e spesso indefinibile la situazione. Provo a ripercorrere i passi che ho seguito nel lungo pomeriggio di meditazione, perché siano di aiuto ed inspirazione per i numerosi feed-followers di Taccuino.

vantaggi
  • il Kindle è leggero, perfetto per il trasporto e l'uso in metro (buona parte del mio tempo dedicato alla lettura ha come sfondo i mezzi pubblici) e si sposa benissimo con le mie ambizioni minimaliste. Considero un grosso passo avanti quello di poter andare la mattina al lavoro solo con le chiavi di casa, il mio vetusto cellulare e un piccolo reader corredato di una custodia con taschino dove riporre il badge aziendale, l'abbonamento metro e una banconota da dieci euro. Questo equipaggiamento minimal contribuirebbe non poco alla mia felicità e al mio senso di libertà, un po' come la giacca in pelle di serpente di Nicolas Cage in Cuore Selvaggio.
  • il Kindle è capiente, posso portarmi appresso decine di libri che potrebbero essere utili. Ad esempio se sto leggendo l'ultimo di Federico Moccia, posso avvertire la necessità di avere a disposizione tutta la sua bibliografia passata, al fine di inquadrare meglio l'opera nel suo contesto, coglierne i riferimenti più nascosti e capire il percorso artistico dell'autore e la linea di sviluppo della sua narrativa. Comodo.
  • il Kindle ha accesso ad una immensa libreria elettronica, la più grande del mondo, quella di Amazon. Ben sedicimila titoli in italiano (sembrano tanti, vero?) e ottocentomila in inglese. In pratica ogni nuovo libro pubblicato ha la sua brava versione ebook.
  • il Kindle è versatile, in caso non si sappia il significato di una parola, si può con un gesto interrogare il dizionario Zingarelli nella memoria, o addirittura, in caso tu sia collegato con un wi-fi (anche se in metro ciò non accade spesso), con un altro gesto puoi approfondire la ricerca facendo un salto su Wikipedia o su Google. E una  volta su Google, di fronte a noi si apre l'immenso mondo della rete globale! Una specie di Ipad in miniatura, alla fin fine.
svantaggi
  • il Kindle è leggero, forse troppo leggero. Ci sono oggetti in cui forma e sostanza hanno confini sfumati, o per lo meno si influenzano a vicenda, ed il libro credo sia uno di questi. Avere in mano un saggio Bollati Boringhieri da otto etti significa che mentre provi a reggerlo con una mano (e con l'altra sei assicurato ad un solido appiglio) beh, ti rendi conto che lì dietro c'è del lavoro, e che se la lettura all'inizio pare ostica, vale la pena di sforzarsi e continuare, perché ci sono state delle persone che hanno faticato per produrre quell'affare, oltre al sudore dell'autore c'è lavoro tipografico, trasporto al punto vendita, sforzo dei commessi per l'allestimento nello scaffale, e preziosa carta che deve durare. E prima di abbandonarne la lettura con sufficienza ci pensi due volte. Sul Kindle l'ultimo di Moccia pesa come l'opera omnia di Darwin, meno di due etti, e qualcosa significherà: per me significa appiattimento sensoriale, con il rischio di confondere forma e sostanza, e pensare che l'ultimo di Moccia e l'opera di Darwin pesano uguali perché più o meno sono uguali. L'occhio, l'olfatto, il braccio, mi danno le stesse sensazioni, e il cervello è portato alla confusione.
  • il Kindle è capiente, posso portare mille libri con me, ma il rischio dell'effetto R4 è in agguato. Mi spiego. Un paio di settimane orsono, il caro Babbo Natale, coerentemente con la richiesta e la lettera diligentemente redatta da mia figlia, ha lasciato sotto l'albero un Nintendo DSi, una di quelle consolle portatili per giochi che ogni settenne che si rispetti porta in tasca. Babbo (mi permetto di chiamarlo così), nella sue esigenze di contenimento spesa, ha studiato a fondo prima di procedere nell'acquisto del desiderato oggetto. Avendo saputo dai suoi folletti che un singolo gioco per DSi costa circa trenta euro, ha valutato tutte le alternative a cotanto spreco: il noleggio, il mercato dell'usato o la mitica opzione R4, che significa acquistare al prezzo di trenta euro una scheda di memoria SD craccata e con una singola e semplice mossa infarcirla con qualche centinaio di giochi scaricati aggratis da e-mule. In sintesi: trenta euro per cento giochi taroccati contro trenta euro per un gioco originale. Libido illimitata sottoprezzo contro dignitosa ma povera onestà. Babbo, per uscire dall'impasse, ha valutato un aspetto: ha immaginato la bimba alle prese con cento giochi, senza alcuna capacità di discernimento, in preda all'abbuffata senza senso e senza passione, e ha ricordato l'epoca dei suoi primi giochi elettronici, dove il massimo del divertimento era cimentarsi con un gioco fino a conoscerne le schermate a memoria, e sfidare se stessi al record memorabile, come con lo Snake raccontato dal ciclofrenico. E Babbo ha scelto il singolo gioco originale. Ho paura che lo stesso possa avvenire con il Kindle: centinaia di libri a disposizione dietro quello schermetto, con l'imbarazzo di cosa leggere e la possibilità, alla minima difficoltà, di switchare sul prossimo ebook.
  • il Kindle ha accesso ad una immensa libreria elettronica, solo che quando ho provato a cercare il libro che attualmente ho sul comodino e quelli che vorrei acquistare nel corso del prossimo mese, non ne ho trovato nemmeno uno in versione elettronica. Certo, non si tratta degli ultimi best seller Mondadori, sono saggi (molto divulgativi) di varia scientificità, ma è pur vero che non è che posso aggiungere un nuovo limite alla scelta delle cose da leggere solo perché non esiste la versione ebook. Beh, direbbe Morc con voce suadente, esiste nella maggior parte dei casi la versione inglese, e il Kindle ti mette a disposizione un comodo dizionario Oxford compreso nel prezzo, basta che clicchi e il gioco è fatto. Ma non voglio ridurmi a leggere il dizionario per la metà del mio viaggio in metro.
  • il Kindle è versatile, può addirittura accedere al web e trasformarsi in uno spartano tablet. Anzi, mi dicono che il nuovissimo Kindle Touch, in vendita per ora solo negli USA, è un tablet vero e proprio, con tutte le funzioni che ci si aspetta da un affare del genere, web, video, musica, giochi, apps varie, email. E allora che cosa c'é di nuovo? un Ipad un po' più piccolo e leggero con lo schermo ad inchiostro semovente e non a cristalli liquidi. E che faccio, un aggiornamento mezzi già vecchio di un anno?
Questa è la situazione, cari lettori. A voi la scelta.

domenica 8 gennaio 2012

Metti in ordine i pianeti

Chi di voi ricorda esattamente tutti i nomi dei pianeti del sistema solare e per di più in ordine di distanza rispetto al Sole? Io no, o perlomeno non li ricordavo prima di seguire il suggerimento della piccola C ed apprendere una utilissima e graziosa canzoncina. Vi consiglio di impararla per bene anche voi, può sempre tornare utile durante una sessione di Trivial Pursuit (tenete comunque presente che se il Trivial è aggiornato potrebbe non includere tra i pianeti veri e propri Plutone, recentemente declassato a pianeta nano).
Eccola qui sotto:

giovedì 5 gennaio 2012

Nella mia calza



Nella calza del tacchino trovate l’ultimo post del Pop, un’affascinante carrellata di antinomie e varia autorefenzialità; vi consiglio di leggerlo con calma ed attenzione, senza farvi intimorire dalla lunghezza dell'articolo e dall'apparente complessità dell'argomento.
E per invogliarvi a farlo, ne estraggo un geniale haiku, composto da John Cooper Clarke:

Fare poesia
con diciassette sillabe
è molto diffic

e una chicca di John Allen Paulos:

Qual è la domanda che contiene la parola “melone” senza alcun motivo apparente?

Vi assicuro che vale la pena approfondire dalla fonte.

lunedì 2 gennaio 2012

Il tempo


Mia figlia mi chiede se per misurare venti minuti si può contare sessanta volte fino a venti. Non avevo mai considerato la proprietà commutativa della moltiplicazione in questo modo.