Forse, Comandante Schettino. Forse, il tempo e le indagini della magistratura diranno quali sono le verità e quali invece le fantasie dovute alla concitazione e alla paura del momento, e lei riuscirà finalmente a spiegare le sue ragioni.
Forse, una volta fatto il primo errore, il pericoloso passaggio a lambire la costa del Giglio, vuoi per esibizionismo, una scommessa tra marinai, vuoi per eccessiva sicurezza, una rotta fatta tante volte, beh, una volta fatto il primo errore viene facile il secondo: continuare a seguire le operazioni da bordo non avrebbe dimezzato il numero delle vittime, che alla fine qualcuno che coordina lo sbarco dei passeggeri si trova sempre, e l'allarme era stato dato, no?
Forse, è vero che l'istinto di sopravvivenza è talmente forte nell'essere umano che piega ogni volontà, e meno male che è così, che è merito di questo istinto alla conservazione se la nostra specie è arrivata fin qua, nel bene e nel male. Forse.
Però, Comandante Schettino.
Le telefonate tra lei e la capitaneria, le testimonianze di decine, forse centinaia di passeggeri, quelle degli abitanti del Giglio, quelle dei soccorritori, fanno proprio pensare che quella notte lei abbia abdicato al suo ruolo. E dalla mia conoscenza del mare e delle sue regole, a dire il vero molto teorica (ho la patente nautica) ma poco pratica (non navigo da anni), so che in mare la figura del Comandante rappresenta la massima autorità, la fonte di sicurezza, l'ultimo appiglio. Credo davvero che quello di Comandante di unità da diporto sia oggi uno dei pochi ruoli di comando in cui è giustificato il potere assoluto (se ci teniamo fuori dal mondo militare). In mare non ci sono altre istituzioni alle quali si può chiedere aiuto, non posso andare alla stazione dei carabinieri per denunciare il sopruso di un poliziotto o, viceversa, al commissariato per lo sgarbo del carabiniere. In mare c'è il Comandante, lui è la massima autorità, lui il solo responsabile. Se avete provato a trascorrere anche un solo week end in barca a vela sapete di cosa parlo. Il Comandante di una nave, proprio per la potenzialità di rischio che lo stare in mare comporta, deve poter dare ordini senza giustificarli, deve poter disporre di tutti i suoi collaboratori e, in caso di emergenza, di tutti i passeggeri come crede se questo è finalizzato al bene comune, deve poter agire indisturbato per raggiungere lo scopo. E, come contraltare di questo potere assoluto, gli si attribuisce responsabilità assoluta, per tutto ciò che compie con questo enorme potere. E lei, Comandante Schettino, con la sua manovra azzardata, ha deluso ed eluso ogni fiducia, ogni regola, ogni onore, ogni responsabilità.
E poi, Comandante Schettino, dopo il primo errore, dopo quell'omaggio spavaldo all'isola, dopo quella spacconata omicida, lei era ancora tenuto ad essere punto di riferimento, il coordinatore nell'emergenza, il Comandante supremo, e invece pare che sia stato tra i primi ad abbandonare la nave, fottendosene di ruolo, onore, fiducia dell'equipaggio e dei passeggeri, regole del mare che erano il suo mestiere, la sua vita.
Infine, per quanto riguarda l'istinto di sopravvivenza, Comandante Schettino, so benissimo che l'essere umano è fatto di geni, che la paura può condurre un uomo ad azioni incontrollate, irrazionali, a volte paradossalmente autolesioniste. Ma l'essere umano è fatto anche di cultura, di princìpi, di rigore, di priorità morali, in una parola di coscienza. E cos'è un Comandante se non riesce ad anteporre la coscienza al singolo gene?
Non so, nel continuare a leggere le testimonianze, le trascrizioni delle telefonate, le versioni, provo tanta delusione. Pensavo che questo paese si reggesse ancora, e nonostante tutto, grazie alla stragrande maggioranza di cittadini che ogni giorno fanno il proprio dovere, ma leggo di superficialità, di mediocrità, di pressapochismo. E ora come faccio a togliermi dalla testa la schifosa sensazione che questa non sia che l'ennesima testimonianza del degrado sociale e umano dell'ultimo ventennio?
Sì, forse esagero, ma provate a farmi cambiare idea, scommetto che non riuscirete a convincere nemmeno voi stessi.