La premessa
Roma
sta raggiungendo livelli di degrado mai toccati prima, questo è sotto gli occhi dei suoi cittadini. Il
traffico è sempre caotico e arrogante, il trasporto pubblico alterna
inefficienze organizzative e logistiche a giornate di sciopero spesso
strumentali, le strade vengono riparate
solo in casi estremi, e
su tutto regna la mancanza di senso civico del romano medio.
Il problema
Monnezza vicino a cassonetti vuoti |
Ma
uno degli esempi più visibili (e annusabili) del degrado
cittadino è la situazione della raccolta dei rifiuti. Impossibile non notare
l'enorme quantità di monnezza abbandonata nelle strade: buste di plastica tra deiezioni canine e bottiglie vuote, cartoni della pizza
su panchine pubbliche, bucce di frutta che strabordano dai pochi cestini. Pare impossibile fare trenta metri a piedi senza
imbattersi in cassonetti circondati da informi sacchi di immondizia, imballaggi, mobili, materassi, vecchi
elettrodomestici.
Un’aggravante, dovuta allo scarso senso civico di cui sopra, è che spesso l’utente non prova nemmeno ad aprire il coperchio del cassonetto per depositare dentro la spazzatura, ma la lascia lì accanto: sai com'è, il coperchio è pesante e c’è il rischio di sporcarsi, e poi non dimentichiamo che quei pantaloni che butto potrebbero servire a qualcuno...
Un’aggravante, dovuta allo scarso senso civico di cui sopra, è che spesso l’utente non prova nemmeno ad aprire il coperchio del cassonetto per depositare dentro la spazzatura, ma la lascia lì accanto: sai com'è, il coperchio è pesante e c’è il rischio di sporcarsi, e poi non dimentichiamo che quei pantaloni che butto potrebbero servire a qualcuno...
Spesso
ci si trova nell’assurdo stato di fatto di cassonetti
semivuoti e immondizia tutt'attorno.
Le cose sono peggiorate da quando la raccolta è passata da motorizzata a automatica. Mi spiego: prima, nell'era dei cassonetti di plastica neri, l’AMA passava con un camion che aveva a bordo il conducente e due netturbini sul retro. I due operai accostavano a mano il cassonetto al camion che lo sollevava e svuotava al suo interno, poi raccoglievano i sacchi e l'immondizia varia che rimaneva a terra buttandola sul mezzo. Il risultato era che, al suo passaggio, il camion della nettezza urbana si lasciava dietro un'accettabile situazione di relativo ordine e pulizia.
Da quando ci sono quei grandi cassonetti metallici con i colori della raccolta differenziata, le cose funzionano diversamente. Ora passa questo enorme camion con il solo conducente a bordo, si affianca all'altrettanto enorme cassonetto, lo solleva con bracci meccanici e lo ingoia, noncurante di cosa rimane a terra. Nessuno raccoglie più il sacco che non entrava, la busta caduta per sbadataggine, la bottiglia rotolata fuori.
Il risultato è che il camion al suo passaggio si lascia dietro una scia di cassonetti vuoti e spazzatura sparsa per strada e sui marciapiedi, che rimarrà li finché, una volta al mese, se ti va di lusso, passeranno i netturbini con mezzi più piccoli a fare un po' di pulizia.
Le cose sono peggiorate da quando la raccolta è passata da motorizzata a automatica. Mi spiego: prima, nell'era dei cassonetti di plastica neri, l’AMA passava con un camion che aveva a bordo il conducente e due netturbini sul retro. I due operai accostavano a mano il cassonetto al camion che lo sollevava e svuotava al suo interno, poi raccoglievano i sacchi e l'immondizia varia che rimaneva a terra buttandola sul mezzo. Il risultato era che, al suo passaggio, il camion della nettezza urbana si lasciava dietro un'accettabile situazione di relativo ordine e pulizia.
Da quando ci sono quei grandi cassonetti metallici con i colori della raccolta differenziata, le cose funzionano diversamente. Ora passa questo enorme camion con il solo conducente a bordo, si affianca all'altrettanto enorme cassonetto, lo solleva con bracci meccanici e lo ingoia, noncurante di cosa rimane a terra. Nessuno raccoglie più il sacco che non entrava, la busta caduta per sbadataggine, la bottiglia rotolata fuori.
Il risultato è che il camion al suo passaggio si lascia dietro una scia di cassonetti vuoti e spazzatura sparsa per strada e sui marciapiedi, che rimarrà li finché, una volta al mese, se ti va di lusso, passeranno i netturbini con mezzi più piccoli a fare un po' di pulizia.
La soluzione
Chiarisco
il mio pensiero: la soluzione istituzionale sarebbe passare alla raccolta porta
a porta, unica scelta degna di una città europea. Ma io non faccio parte
di chi decide, al massimo posso col mio voto indirizzare alcune politiche,
ma spesso non funziona nemmeno quello.
Però
posso adottare un cassonetto.
Certo, capisco
benissimo che non spetta al cittadino pulire le strade, e che paghiamo un servizio
apposta, e che vogliamo che funzioni. Ma non riesco a star lì con le mani in mano a guardare il mio quartiere ridotto
come la casa dei sette nani prima che arrivasse Biancaneve.
Cassonetto pieno accanto a uno vuoto |
Allora scelgo un cassonetto comodo, uno che mi farebbe piacere vedere pulito
tutti i giorni, possibilmente
sotto casa. Se poi sono due o tre, meglio ancora.
La mattina quando esco di casa gli do un'occhiata, se ci sono buste appoggiate fuori semplicemente le metto dentro, se un sacchetto è appoggiato sul bordo e rischia di cadere, lo spingo all'interno, spazio se ne trova quasi sempre. A volte si vedono coppie di cassonetti, uno con il coperchio alzato e strapieno, l'altro semivuoto e col coperchio chiuso. Chi passava ha preferito lasciare la busta a terra piuttosto che rischiare di sporcarsi o faticare per alzare il coperchio. Allora il papà adottivo non fa altro che prendere la busta, alzare il coperchio e buttarla dentro.
La mattina quando esco di casa gli do un'occhiata, se ci sono buste appoggiate fuori semplicemente le metto dentro, se un sacchetto è appoggiato sul bordo e rischia di cadere, lo spingo all'interno, spazio se ne trova quasi sempre. A volte si vedono coppie di cassonetti, uno con il coperchio alzato e strapieno, l'altro semivuoto e col coperchio chiuso. Chi passava ha preferito lasciare la busta a terra piuttosto che rischiare di sporcarsi o faticare per alzare il coperchio. Allora il papà adottivo non fa altro che prendere la busta, alzare il coperchio e buttarla dentro.
In base ai dati in mio possesso stimo che
ci siano circa 100.000 cassonetti di varia natura a Roma. Se il 5% dei romani ne adottasse uno, ogni
cassonetto avrebbe un paio di
genitori adottivi che se ne prendono cura.
Certo, il povero genitore nulla potrà fare se la monnezza straborda da cassonetti strapieni, se non sperare nel pronto intervento dell'AMA, ma vi assicuro che in base alla mia esperienza questo accade di rado. Più spesso si tratta di incuria dei cittadini unita a inefficienza del sistema di raccolta. Cose alle quali noi genitori adottivi possiamo porre argine.
Certo, il povero genitore nulla potrà fare se la monnezza straborda da cassonetti strapieni, se non sperare nel pronto intervento dell'AMA, ma vi assicuro che in base alla mia esperienza questo accade di rado. Più spesso si tratta di incuria dei cittadini unita a inefficienza del sistema di raccolta. Cose alle quali noi genitori adottivi possiamo porre argine.
il porta a porta è una gran cazzata e produce ancora più spazzatura abbandonata. Perchè la mentalità delle persone (gli incivili di cui sopra) non la cambi levandogli il cassonetto.
RispondiEliminaAccolgo la critica, anche se avrei preferito un commento sull'adozione. Lei ha già scelto il suo cassonetto? :-)
RispondiEliminaCiso taccuino 22, ho letto con oltre un anno di ritardo la tua proposta, che ho trovato su un motore di ricerca digitando "adotta un cassonetto", idea che mi è venuta stamattina. Sono convinta che, con livelli così significativi di gravità nella raccolta dei rifiuti, serva un impegno tangibile di nOi tutti. Se vuoi ci sentiamo e proponiamo insieme l'idea all'Ama, e coinvolgiamo ad esempio "Retake Roma Prati", gruppo Facebook che si occupa in qualche mododi migliorare il livello di pulizia delle strade. Fammi sapere, puoi scrivervi su Facebok, Silvia Giovannetti - Roma
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