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lunedì 26 marzo 2012

Carneficina

Avevo pianificato l'azione per giorni, ne avevo valutato i pro e i contro, avevo costruito alibi in caso mi avessero accusato, studiato minuziosamente vie di fuga e piani b, armi e mezzi, appoggi esterni e tempistiche.
Ieri sera tutto sembrava incastrarsi a perfezione, avevo il tempo e la motivazione necessari, e tutto faceva sembrare quel momento come quello dell'ora o mai più.
E' stato allora che ho deciso di farlo.

sabato 3 marzo 2012

Cozze sopra le righe

Una sindrome acuta dovuta all'ostruzione di una arteria coronaria a seguito della fissurazione del cappuccio fibroso di una placca ateromatosa con formazione di un trombo occludente e conseguente necrosi del tessuto miocardico. Un infarto. Al giorno d'oggi. Non è mica così comune, nell'ambiente. Le rockstar negli anni settanta se ne andavano per overdose, negli ottanta e novanta per aids, nei duemila almeno un suicidio, e poi c'è sempre stato il vecchio cancro.

giovedì 29 settembre 2011

Omicidio al quadrato

La scorsa settimana i giornali riportavano l'ennesima esecuzione per condanna a morte negli Stati Uniti.

Mi terrorizza il potere che alcuni governi si arrogano, poter decidere di togliere la vita un essere umano per punirlo di un crimine, per quanto efferato possa essere l'atto da punire.
Ora ho anche capito da cosa derivi la mia viscerale avversione. Ma lascio la spiegazione al principe Myškin:

Uccidere per un'uccisione è una punizione incomparabilmente più grande dello stesso delitto. L'omicidio su sentenza è incomparabilmente più orribile dell'omicidio del delinquente. Chi viene ucciso dai briganti fino all'ultimo momento spera di salvarsi. Qui invece quest'ultima speranza, con la quale morire è dieci volte più leggero, la tolgono con certezza. Qui esiste una sentenza, e nel fatto che con certezza non sfuggirai sta tutto l'orribile tormento, e un tormento più forte al mondo non esiste. Chi ha detto che la natura umana è capace di sopportare questo senza impazzire? Perché un simile oltraggio mostruoso, non necessario, inutile?
FD, circa 1867.

La pena di morte è un omicidio al quadrato.
Ecco cosa mi contorce le budella.

lunedì 19 settembre 2011

Manutenzione vs Entropia 1-0

Leggevo qualche giorno fa il bel post “l'età della manutenzione”, in cui il prof. Scorfano presenta l’accettazione dell’importanza del concetto di manutenzione (intesa come manutenzione di strumenti, di mezzi, di manufatti, ma anche del proprio corpo, e soprattutto delle relazioni affettive, dei legami) come fondamentale gradino evolutivo per diventare adulti. Capire l’importanza della manutenzione significa sorpassare la cruda impulsività giovanile, per la quale la cosa vecchia semplicemente di butta e si sostituisce con la nuova. La manutenzione, intesa in senso lato, proprio come fa Scorfano, per il non-ancora-adulto è da rifuggire a tutti i costi, in quanto sinonimo di compromesso, di rinuncia al rinnovamento, di abbandono di un sogno. Il prof lo dice senz’altro meglio di quanto abbia provato a riassumere io, quindi vi consiglio di leggere direttamente il suo post. Vi aspetto, fate con calma.
Fatto? Bene, tanto a conti fatti quello che dirò in seguito non aggiungerà nulla, si tratta solo di evidenziare un paio di angolazioni.
Stamattina ci riflettevo in metro. Perché a me le astrazioni come questa della manutenzione mi rimangono appiccicate, le faccio talmente mie che comincio ad utilizzarle come grimaldelli universali, passepartout per tutte le serrature, memi per ogni situazione. Se l’idea mi sconfinfera, io la pasteggio in bocca come un buon vino, assaporandola con attenzione metodica, cercando di trovarle nuovi campi di applicazione, nuovi motivi di universalità.
Ho fatto così altre volte in vita mia. C’è stata un’epoca in cui lo facevo con i testi delle canzoni, anzi con singoli versi, oppure mi è capitato con alcuni motti che riuscivo a sintetizzare dai libri di filosofia del liceo. Pensavo avessero un’applicabilità assoluta e li tenevo con me nel taschino per tirarli fuori al momento opportuno, a volte li dovevi un po’ forzare per farli entrare proprio in tutto, ma poi ci riuscivi sempre, in un modo o nell’altro.
Comunque, la storia della manutenzione mi è proprio rimasta attaccata come la resina dei pini sul cofano dell’auto. Io sono per natura un anti-consumista, a volte potrebbe essere scambiato per eccessiva parsimonia, addirittura per avarizia, ma è soltanto odio atavico per quel intanto-lo-compro-poi-magari-lo-butto che ti obbliga a sostituire tutto al primo problema o alla prima novità. Me lo porto dietro da sempre, era inserito nel pacchetto di serie insieme alla mia cultura contadina.
Vorrei quindi ribadire che il concetto di manutenzione è fondamentale, e va oltre i pur vasti campi di applicazione che gli attribuisce Scorfano nel suo post: si tratta addirittura dell’unica arma che ha l’universo contro l’implacabile Secondo Principio della Termodinamica, quello che sostiene che il mondo è destinato ad un lento progredire verso la morte termica, il mescolamento totale, il disordine massimo, l’appiattimento finale. L'unica maniera che noi, nel nostro piccolo angolo, abbiamo non dico di contrastarlo (che sarebbe impossibile) ma di allontanarlo di un infinitesimo è proprio fare manutenzione: sostituire la guarnizione della finestra per tenere fuori il freddo, riutilizzare un vecchio barattolo o riparare un paio di scarpe per evitare che con dispendio di energia ne venga prodotto un altro, riallacciare con un amico un dialogo interrotto mettendo da parte se necessario l’orgoglio che ti impediva di farlo, lavorare di cesello sul rapporto di coppia per evolverlo alle nuove situazioni e non farlo assopire dietro l’abitudine.
Il concetto stesso di evoluzione biologica è un calcio in culo all’entropia del Secondo Principio, e si basa sul continuo accumulo di piccoli bit di informazione su strutture preesistenti, è quindi Manutenzione per eccellenza, pura manutenzione evolutiva, la migliore che ci sia. Noi stessi siamo il frutto di questa continua manutenzione, niente prodotti nuovi, solo miglioramento e cura di quelli precedenti. Manutenzione vs Entropia 1-0, almeno per ora.
Ok, volevo aggiungere solo questo.
Ora vado a cambiare la lampadina del bagno, a presto.