sabato 25 giugno 2011

Letture estive

Proprio stamane, sul bordo piscina della sua magione nella capitale, Pdb mi faceva notare (ebbene sì, ci frequentiamo anche nel cosiddetto mondo reale) una incresciosa mancanza nei confronti di una delle lettrici più assidue di queste pagine. Provo a riparare immediatamente linkando Rigorosamenterosso nell'apposito spazio a sinistra. Con un caldo invito a visitare il suo blog: la recensione all'ultimo film di Malick mi trova pienamente d'accordo.

martedì 21 giugno 2011

Caos #1 - Prologo: uno spottone per Mr Jobs

È mia intenzione iniziare un nuovo serial bloggistico, questa volta dedicato alla teoria del Caos. Sono stato sfruguliato a questo malsano proposito da alcuni miei lettori (...uno...) che mi hanno consigliato la lettura di "Formicai, imperi e cervelli". Il libro l'ho poi letto, non è che mi abbia acchiappato moltissimo, anzi, secondo me ha un mucchio di difetti, e dedicherò il prossimo post ad approfondirli; ma ha avuto il pregio di avermi incuriosito ad un approfondimento dell'argomento. Le regole che mi pongo nell'affrontare l'improbo compito sono le stesse che ho seguito nella serie su Gödel (questo e i precedenti); vi rinfresco le principali:
1- regola della neutralità temporale: tra due post sul Caos possono passare anche mesi senza che questo significhi che abbia abbandonato il mio intento: sto semplicemente meditando,
2- regola della variabilità dell'oggetto: nel frattempo posso scrivere altri post che parlano di pittura, di tende da sole o di riproduzione dei pinguini e dimenticarmi del Caos per tutto il tempo che desidero,
3- regola della libertà di ricerca: posso scopiazzare da varie fonti senza alcun obbligo di citarle,
4- regola rafforzativa generale: posso fare un po' come cazzo mi pare.
Detto questo, applico da subito la regola 2 rafforzata dalla 4 e in questo Prologo non si parlerà del Caos. Ero prontoprontissimo a buttare giù le prime frasi caotiche su Sallustia che già mi attendeva adagiata mollemente sulle mie cosce, e le mie  dita cominciavano a pregustare il tapping sul suo schermo regolato sulla minima luminosità (a noi due piace la luce soffusa), ma mi sono bloccato all'improvviso e l'ho guardata teneramente, come si fa tra innamorati. E mi son detto: prima di parlare del Caos devo assolutamente scrivere una piccola dedica a questi oggettini con la mela morsicata che mi stanno allietando la vita. Da quando ho smesso di prendere zucchero nel caffè costituiscono il principale apporto mielico-glucosico della giornata.
Diciamoci la verità, senza ipocrisie, l'era dei pc da tavolo è da tempo tramontata, il portatile ha resistito di più ma si sta incamminando sulla via del declino, ed anche la breve parentesi del netbook è giunta al termine. Chi si siederebbe la sera ad un tavolo solo per leggere la posta o i suoi blog preferiti? O vorreste dirmi che è comodo stare in piena estate sul divano con un pesante e caldo portatile sulle ginocchia per scorrere le notizie dal web? Tanto più che le batterie di un portatile durano poche decine di minuti, e quindi alla fin fine si tratta di rimanere comunque attaccati ad un cavo, e allora che portatile è? Con un Tablet (meglio se un Ipad), uno Smart Phone (meglio se Iphone), o un semplice Ipod Touch (non ha concorrenza, a quanto sappia) non senti peso né calore, niente cavi, solo praticità. La batteria di Sallustia dura una settimana.
Personalmente solo da pochi mesi sono entrato nel mondo Apple, prima ero titubante, per cultura ho sempre diffidato delle grandi firme che vendono soprattutto design e marchio, ed ero portato per natura a sospettare di chi mi voleva vendere un oggetto per fare cose che altri facevano a metà prezzo. Ma il fatto è proprio questo. Questi affari non fanno le stesse cose di normali pc o telefoni. Una BMW fa le stesse cose di un'altra auto ma con migliore qualità (freni potenti, interni più accoglienti, motore affidabile, sicurezza). Ma un Apple è innovazione totale, fa cose che possono essere fatte anche da altri ma con processi completamente nuovi, interfacce mai provate, tecniche rivoluzionarie. È come se la BMW di prima corresse sull'asfalto poggiando su pattini anti-attrito e curvasse quando il pilota inclina la testa. Le altre auto sarebbero vecchie di colpo.
Mister Jobs ha semplificato tutto, ormai non esiste più la gestione delle cartelle, basta dubbi su dove salvare i file; eppoi vi ricordate come si istallavano i programmi solo fino a pochi mesi fa? Facciamo Excel. Innanzitutto dovevi andare in un negozio specializzato, comperare il cd, sborsare un centinaio di euro, tornare a casa, infilarlo nel pc, e qui cominciavano i problemi, istallare in modalità standard o custom? Fa più fico in inglese o meglio un classico italiano? Su che cartella lo salvo? Inserisco il numero di serie rispettando le maiuscole? Ma devo scriverlo almeno tre volte visto che è lungo una cinquantina di caratteri e sbagliare è un obbligo. Dopo una trentina di minuti di rimuginamenti ti si chiedeva di chiudere tutte le applicazioni, dopo altri trenta minuti di riavviare la macchina e sperare che tutto fosse ok. Senza contare che su un pc devi sempre tenere aggiornato l'antivirus, il firewall, regolare le protezioni, fare il defrag, la scansione dei dischi... In confronto ad un Ipad  è come tornare indietro di cinquant'anni e rimettersi a giocare con le schede perforate. Un semplice esempio per contrasto: tre giorni fa ho deciso di comperare Numbers, l'Excel per Ipad (volevo sperimentare alcuni comportamenti della mappa logistica, basilare per la teoria del Caos di cui vi parlerò a breve) e non ho fatto altro che aprire appstore, cliccare sull'icona, farmi addebitare sulla carta 7,99 sbiuri e dopo appena un minuto e mezzo era perfettamente utilizzabile. Il motto di Jobs è it just works, semplicemente funziona, e il bello è che questi cosi funzionano davvero, non si inceppano mai, fare errori è difficilissimo, è l'unico tipo di aggeggio informatico che mio padre riuscirebbe ad usare ed apprezzare. Credo davvero che diano valore aggiunto, rendendo un po' migliore la vita di tutti i giorni. Un anno fa un semplice Ipod collegato ad un diffusore mi ha permesso in sole due settimane (il tempo di riversarci tutto sopra) di togliere di mezzo 450 cd dalla mia libreria e mi ha regalato, oltre a tanto spazio in soggiorno, un modo completamente nuovo di ascoltare musica attraverso le playlist e l'accesso casuale. Qualche mese fa Sallustia mi ha stregato con la semplicità e l'efficacia di accesso alla rete, con le mille Apps semplici da istallare e usare, con l'assenza di libretti di istruzioni e di trucchetti da imparare per andare avanti, e non ultimo con la bellezza dell'oggetto in se stesso. E tra poco, da quanto leggo, Jobs ed io elimineremo anche la necessità di una memoria fisica, hard disk o memory card. Tutti i nostri dati saranno nella rete, accessibili da dovunque, senza bisogno di archiviarli e possederli. La prossima rivoluzione.
Beh, Prologo chiuso, vedremo se alla fine ci sarà un epilogo che spiegherà cosa c'entra questo spottone per Mr Jobs con la teoria del Caos. Per ora non mi viene in mente nessun punto di contatto, ma le vie del Caos sono infinite.

Ps: mi scuso per la profusione di termini inglesi, ho provato a farne a meno, ma come traduco Tablet? Tavoletta? No troppo WC, Tavolozza? See…

domenica 12 giugno 2011

Democrazia diretta, sempre

Adoro votare ai referendum. Mi sento potente. Decido io davvero, anche se in percentuale. È come far parte del CdA del paese. Ho una quota di Italia pari a circa un cinquantamilionesimo, ma cresce rapidamente in maniera inversamente proporzionale all'affluenza alle urne.
Mi piace davvero, mi si pone una questione e IO decido. C'è una distanza abissale rispetto alle elezioni politiche, dove se tutto va per il verso giusto posso al massimo scegliere che uno sconosciuto messo in lista da sconosciuti decida quello che lui pensa sia giusto per me, e non è nemmeno detto che lo faccia, visto che il giorno in cui il parlamento discute sull'argomento di mio interesse lui potrebbe benissimo essere al mare, e non deve nemmeno avere una buona scusa (questa porcatina la chiamano assenza del vincolo di mandato).
Io estenderei la modalità del referendum anche a tutte le altre decisioni politiche, lo chiamerei parlamento diffuso: un paio di referendum al giorno, si vota on line, ovviamente senza quorum, si risparmiano gli stipendi di deputati e senatori e si entra nell'era della vera democrazia diretta. Ovviamente bisogna conoscere l'argomento che stai votando, e per questo le documentazioni sarebbero pubblicate su un apposito sito, dove sarebbe anche possibile discutere o leggere le opposte ragioni. Certo ci potrebbe essere il pericolo che alcuni vandali votino a casaccio giusto per rompere le scatole, ma in breve il sistema si autoregolerebbe, come su Wikipedia, dove ognuno può cambiare le voci a suo piacimento e scrivere che Garibaldi è stato ucciso nell'attentato delle Twin Towers, ma alla fine non succede, e se succede il sistema corregge i propri errori.
Secondo me si può fare...esagero? Non lo so, anche chi voleva estendere il voto alle donne pareva esagerasse, eppure per ora funziona...

martedì 7 giugno 2011

Vecchi amici

Facciamoci un drink insieme, si parla dei bei tempi, ti dico dove sono arrivato ma non a spese di chi, se ho figli e con chi li lascio tutto il giorno, se viaggio e quante miglia ho accumulato, se ora sono come i miei modelli di allora, il prossimo lo offro io, raccontami di quella, se te la sei fatta poi, e come passi le serate, come ti gestisci con tua moglie, dai prendiamone un altro, quest'estate ci passi a Ibiza?

A casa le bimbe già dormivano, non avevo scelto drink per le mie serate, ma di raccontare favole e quella sera non le avevo raccontate io.

mercoledì 1 giugno 2011

Segnalazione del mercoledì

Se almeno una persona avrà conosciuto Chinaski tramite il link in basso, allora questo blog sarà servito a qualcosa.
http://chinaski77.splinder.com/post/8253233