martedì 29 gennaio 2013

È il nuovo che avanza

Poi ad un certo punto della vita ti dici che è arrivato il momento di cambiare musica, in senso letterale dico, intendo proprio come colonna sonora delle proprie giornate o perlomeno dei momenti in cui cerchi qualcosa fatto di note che ti faccia da sottofondo. Ti accorgi che quel momento è arrivato quando realizzi che nel tuo lettore mp3 trovano ancora spazio Beatles, Pink Floyd, Police, roba ottima, eterna e immarcescibile, certo, ma non si può campare di rigatoni all'amatriciana tutta la vita.
E allora ti guardi un po' intorno, parli con qualche amico più trendy di te, consulti le proposte per una Hit Parade di qualche sito all'avanguardia (tipo plus1gmt), giri un po' su Youtube e ti convinci che di musica buona ce n'è ancora, hai voglia.

Archive - Violently


sabato 26 gennaio 2013

Mente e corpo nell'anno di MasterChef

Ecco come fingersi preparati su un qualsivoglia argomento e improvvisare a richiesta, durante la colazione, una spiegazione su come il corpo possa fare tante attività insieme: la mano solleva il cucchiaio, la bocca si apre per accogliere il boccone e iniziare la masticazione, lo stomaco comincia a secernere qualcosa di stomachevole e in mezzo a tutta questa confusione le pupille continuano a regolare la propria apertura, il cuore a battere, le palpebre pure, i reni a fare il loro mestiere di reni and so on, il tutto guidato in qualche modo automatico o semiautomatico dalla regia del cervello e del resto del sistema nervoso.
Ecco come passare con nonchalance a una gnoseologia dell'attività cosciente che, al contrario del corpo, o meglio delle attività incoscienti (nel senso di compiute in modo non cosciente) non può gestire compiti in parallelo e procede solo per singole attività, e spiegare che non si può prestare una piena e vera attenzione a due pensieri insieme, e chi dice che riesce a ascoltare musica mentre studia un capitolo di storia in realtà mente, checché raccontasse in proposito lo stesso tacchino nella sua lontana vita di studente: o non ascolti o non studi. Al limite riesci a suddividere il tempo in brevi spicchi di pochi secondi per cui in uno ascolti e in uno studi, dilatando i tempi della seconda attività senza apprezzare in toto la prima. Il resto è illusione.
Ecco in che modo utilizzare il solito esempio del camminare come se fosse un proprio copyright, e spiegare alla platea che il corpo riesce a farlo in maniera totalmente autonoma e a-cosciente, senza bisogno di pensare "prima il piede destro poi il piede sinistro", in modo da lasciare alla coscienza, questo sottoprodotto probabilmente accidentale dell'evoluzione umana, la possibilità di dedicarsi a una chiacchierata o a pensieri silenti.
Ecco come riuscire a chiosare con la pomposa ma alquanto realistica evidenza che il corpo, da questo punto di vista, è di gran lunga superiore alla mente, essendo quello multitasking e questa mono.
Ecco come convincere una bimba ottenne a guardarti con quegli occhi che sembrano dire, papo, ma a te si può chiedere proprio tutto, ed ecco come capire, in maniera del tutto presciente, da dove viene quel sapore di cioccolato che ogni tanto la vita assume.

lunedì 14 gennaio 2013

Carnevale della Matematica #57



Anche questo mese è arrivato il 14 e, come ormai tutti sanno, questa è la data del Carnevale della Matematica, che stavolta ha per oggetto la matematica e le nuove tecnologie (il 14 di gennaio coincide anche con la trasformazione della settenne in ottenne, ma questo è un altro discorso).
Sul blog Matem@ticamente della prof. Annarita Ruberto, oltre ad un completo excursus sull'utilizzo delle nuove tecnologie nella didattica della matematica, troverete numerosissimi e interessantissimi contributi provenienti da autori di ogni età ed estrazione: un giro di perlustrazione ed un secondo di approfondimento sono d'obbligo.
A proposito, ormai il Tacchino si sente a suo agio in questo consesso di accademici, studenti e appassionati come il pecorino sull'amatriciana, come un battello sulla Senna, come una velina sul lettone di Putin, come Saviano con la scorta, e partecipa alla festa con questa roba.
Buona lettura a tutti e complimentoni ad Annarita per la splendida edizione.

sabato 12 gennaio 2013

Roba inconcludente con un sacchetto di carciofi tra le mani


Di ritorno dalla consueta spesa del sabato mattina al mercato Trionfale, mi stavo giusto dicendo che in un campo di gioco come quello occidentale, dove le situazioni estreme non sono (per ora) la norma, e ancor di più in un sottoinsieme di nicchia come l'ambiente che frequento, saldamente caratterizzato da un elevato tasso di posti sufficientemente sicuri e famiglie abbastanza tradizionali, la mancanza di alternative di vita concrete e praticabili nel breve periodo può, in alcuni casi e momenti, dare la rassicurante illusione di stazionare nel migliore dei mondi possibili e, come conseguenza non sempre immediata, di posare le chiappe in una bolla di felicità. Sottolineo illusione.
D'altronde nemmeno sotto tortura sarei capace di distinguere tra la felicità e l'illusione di essa, se non altro perché credo siano composte della stessa materia.
Quindi può sembrare che ci si possa stare. Stavolta sottolineo sembrare.

sabato 5 gennaio 2013

Il gioco della vita

Immaginate un mondo bidimensionale diviso in tanti quadratini uguali che rappresentano la minima unità di spazio e che chiameremo celle; ogni cella può essere piena (nera) o vuota (bianca) e ha otto vicini che confinano con essa per un lato o per un angolo. Immaginate un quadrato di, facciamo, mille celle di lato come campo di gioco.
Definiamo le due uniche leggi fisiche del nostro mondo virtuale, solo e nient'altro che queste:
  1. una cella vuota con tre vicini pieni diventa piena, altrimenti rimane vuota.
  2. una cella piena con due o tre vicini pieni rimane piena, altrimenti diventa vuota.
Se siete portati ad antropomorfizzare, potete intendere la regola 1 come nascita da tre genitori, la regola 2 come morte da isolamento o sovraffollamento.

In questo mondo semplificato il tempo scorre in modo discreto, per istanti successivi, un po' come nei combattimenti nei film di Bruce Lee.
Vediamo come funziona questa cosa che abbiamo creato: se in un istante abbiamo una sola cella nera, questa nell'istante successivo diventerà bianca (o morirà per isolamento) e poi il nulla.
Se abbiamo invece tre celle piene contigue e allineate in orizzontale, nell'istante 1 la cella centrale avrà due vicini pieni, e quindi nell'istante successivo rimarrà piena (regola numero 2), mentre le altre due celle, a destra e a sinistra di quella centrale, avranno un solo vicino nero, e diventeranno bianche (sempre regola numero 2). Di contro le celle sopra e sotto la celle centrale, inizialmente vuote, avranno nell'istante 1 tre vicini neri (le tre celle iniziali) e quindi diventeranno nere nell'istante due (regola numero 1). Semplice no?
Per rendere il tutto più realistico, qui sotto vi propongo la situazione dinamica, una figura chiamata "lampeggiatore" di periodo 2 (ogni due istanti torna alla configurazione iniziale):



Ci sono altri lampeggiatori di periodo 2, come questi:





Ma ci possono essere anche figure cicliche a periodi maggiori di 2.
Ci sono poi figure che rimangono sempre fisse, le più semplici delle quali sono queste (provate ad applicare la regola numero 2 ad ogni cella e vedrete che funziona, in quanto ogni cella nera ha due o tre vicini neri):








Di solito, se si dispongono casualmente nello spazio delle celle nere, le configurazioni così create si modificheranno istante per istante per approdare poi ad una situazione statica o all'estinzione. A volte però si può costruire qualcosa di interessante.
Vi consiglio di provare voi stessi a creare delle figure per vedere quanto tempo sopravvivono e se hanno delle caratteristiche particolari. Se, come credo, non vi va di fare i calcoli per conto vostro, sappiate che in rete ci sono decine di programmi, anche online, che lo faranno per voi (ad esempio questo o quest'altro, o se siete ipadizzati ci sono alcune Apps da scaricare), visto che questo mondo artificiale è ben famoso, è stato ideato e poi sviluppato dal matematico britannico John Conway già dall'inizio degli anni settanta, e si chiama "The Game of Life", o semplicemente Life.
Lo scopo iniziale di Conway era mostrare come da un mondo semplice con basilari leggi fisiche (due, nel nostro caso) fosse possibile ottenere comportamenti simili alla vita.

Se questo obiettivo vi sembra esagerato provate a giocarci un po' e scoprirete che ci sono delle figure che si modificano riempiendo celle verso un lato e svotandone altre nel senso opposto e che quindi pare si muovano.
Ad esempio questo è un aliante, la più sempice struttura semovente:



e questa una nave spaziale



Se andiamo verso una maggiore complessità, possiamo trovare delle strutture che ne mangiano altre, che si uniscono a formarne una più grande, o che emettono impulsi informativi verso l'esterno, come il cosidetto "cannone di Gosper", che spara alianti (sono le figurette che vanno verso sudest).



Life avuto moltissimo successo tra studiosi e semplici curiosi in tutto il mondo: sono stati elaborati programmi per PC per simulare a forti velocità le evoluzioni delle figure più complesse, sono state progettate nuove proprietà, sono nati forum per discutere delle figure migliori, persino organizzate battaglie tra creature per trovare la più resistente, la più adatta, in una sorta di evoluzione darwiniana. Vi consiglio di andare a sbirciare su You Tube alcune delle panoramiche più rappresentative (a mo' di esempio vi indico questa, davvero strabiliante).
Life è stato utilizzato anche per provare a simulare la vita artificiale. Ad esempio è stata progettata una figura che è capace di replicare se stessa, una sorta di DNA virtuale. Abbiamo tra le mani un giocattolone in cui, partendo da elementi semplicissimi e regole minime, se si riesce a raggiungere un livello di aggregazione sufficientemente complesso, si giunge a meccanismi che sembrano fuori della portata delle iniziali e semplicissime regole ed elementi, e che sembrano addirittura creati da intelligenze superiori, sembrano avere una vita propria (se avete dato un'occhiata agli esempi su You Tube quest'affermazione non vi sembrerà così assurda), mentre invece sono solo organizzazioni complesse di elementi semplici che seguono un algoritmo, una regola fisica, nient'altro. Qualcuno potrebbe dire che in Life un'intelligenza superiore c'è, ed è quella del demiurgo che inventa la figura e la deposita sul piano di gioco, ma a ben vedere l'apporto del demiurgo è più che altro per simulare una disposizione casuale delle celle che potrebbe verificarsi anche spontaneamente, se solo avessimo a disposizione il tempo necessario e una regola che ogni tanto fornisce un errore, tipo la replicazione non sempre perfetta del DNA.
Prendiamo ad esempio l'aliante. È una figura molto semplice, viene fuori autonomamente dopo pochissimi tentativi ed errori. Ed è il fondamento di tutto il resto su Life, del movimento, dell'informazione che passa da una struttura all'altra. In linea teorica è stato dimostrato che sarebbe possibile creare su Life una macchina di Turing universale, con le informazioni che passano al suo interno grazie ad un nastro di alianti, e quindi svolgere ogni tipo di calcolo (sulla rete ci sono parecchie macchine universali di Turing costruite su Life, ma non so se funzionano davvero). Per alcuni ciò significa che potenzialmente, raggiungendo la necessaria complessità, si potrebbe creare artificialmente una mente, una coscienza. È stato calcolato che una struttura del genere dovrebbe essere sufficientemente complessa (servirebbero 10 alla tredicesima celle, un quadrato di circa tre milioni di celle di lato) ma non c'è da meravigliarsi delle dimensioni teoriche di questo "mostro", considerato che anche con queste dimensioni non sarebbe più grande rispetto ai suoi mattoni fondamentali di quanto un organismo semplice lo è rispetto ai suoi atomi (1).

Che piaccia o meno, fenomeni come questo mostrano il nocciolo della potenza dell'idea darwiniana. Un minuscolo brandello di meccanismi molecolari, impersonali, irriflessivi, automatici e privi di una mente è il fondamento ultimo di tutta l'azione, e quindi di tutto il significato, e quindi di tutta la coscienza, dell'universo.

Vi lascio con un magnifico esempio delle potenzialità di Life: un mega-schema dove, con i meccanismi atomici di Life, viene riprodotto a dimensioni estremamente maggiori Life stesso. In poche parole un Life frattale, sottolineato dall'azzeccatissimo commento audio, una nota che sembra continuamente crescente ma a ben vedere è ciclica, a suo modo una nota frattale.






Note:
  1. Per chi volesse approfondire, consiglio l'ottima trattazione dei significati evolutivi del Game of Life di Conway come viene esposta nel libro di Daniel Dennett, L'Idea Pericolosa di Darwin, dal quale è anche tratto il corsivo finale.