L'homework di una settenne non è poi così difficile, le domande alle quali deve cercare risposta non sono mai complicate, spesso la soluzione è contenuta nelle righe subito sopra, nei pochi dati di un problema, nella figura che illustra la pagina, basta guardarsi un po' intorno e il gioco è fatto. La settenne a questo ci è abituata, conosce le regole della competizione ed è stata addestrata ad utilizzarle, non ci sono scossoni né imprevisti.
Poi stamattina succede l'imponderabile.
-Papo, c'è una domanda che non capisco, mi aiuti?, che vuol dire questa cosa?
Tu stai prendendo il caffè, ti avvicini al tavolo da lavoro già pregustando la figura da grande sapiente che potrai fare aiutato non chissà da quale scienza infusa ma solo grazie ad un briciolo di esperienza nei meccanismi della scuola e alle mille prove d'esame sostenute nella tua carriera ventennale di studente. Ti aspetti la solita questione su quante caramelle rimangono nella scatola, oppure su che vegetazione trovi sopra ai tremila metri, per la quale potrai finalmente riaprire quel cassettino dietro l'ipofisi da cui tirar fuori quel "muschi e i licheni" che pensavi non avresti mai potuto utilizzare e invece alla fine tutto serve, nella sudata costruzione del nozionismo non si butta via nulla.
-Dimmi piccolina, il tuo papone onnisciente è qui per aiutarti.
-Qui sul libro c'è una storia di due pagine che ho letto, poi ci sono alcuni quesiti sulla comprensione del testo ai quali ho risposto, poi mi si chiede un riassunto che ho fatto.
-Allora?
Non dice letteralmente "quesiti sulla comprensione del testo".
-Alla fine c'è una domanda che non capisco, dice "cosa ne pensi?"
-"Cosa ne pensi?"
-Sì, "cosa ne pensi?"
Accidenti, e ora? Come si spiega il significato di questa roba? So illustrare alla perfezione un problema di matematica (almeno quelli di livello elementare) e le operazioni necessarie per risolverlo, so dare indicazioni per fare un buon riassunto, so ripetere una lezione di storia. Ma come si fa a spiegare come avere un'opinione personale su qualcosa?
Ecco Tacchino, quarantuno anni, che cerca di spiegare alla figlia studentessa di terza elementare cose su cui lui stesso ha difficoltà a volte insormontabili: quello che pensi è davvero farina del tuo sacco? Fino a quanto è solo sentito dire, solo meme digerito e rigurgitato, solo idea letta da qualche parte e ora riproposta? In cosa consiste l'autonoma invenzione, la libera opinione?
Provo ad arrabattare concetti astratti tipo "che sentimenti provi" ma mi accorgo che sono fuori strada, poi provo con "cosa ti ricorda" ma anche questo c'entra poco. È meglio cercare di capire cosa davvero ne pensa del racconto o farle capire che conviene rispondere quello che la maestra vorrebbe sentirsi dire? Sono tentato di arrendermi, ma il papo onnisciente che figura farebbe? Vado in loop, alla fine propendiamo per la solita banalità, rimaniamo nella mediocrità attesa in una terza elementare.
Opinioni personali. Cosa ne pensi. Roba da matti, ma sono domande da farsi?
Hai provato a cercare su google?
RispondiEliminaSee, mi è uscito un approfondimento sull'ultima dieta iperproteica.
RispondiElimina