sabato 6 aprile 2013

Ebook - fase 3.0

Come ogni mattina Alfredo preparò la cartella per andare a scuola. Il materiale necessario per la seconda liceo è cosa semplice, basta infilare il tablet con su caricati tutti i testi scelti dai professori, le schede degli esercizi e i programmi di scrittura aggiornati. L'unico fastidio era tirasi dietro una volta a settimana una decina di quegli antiquati fogli di carta Bristol che il vecchio e reazionario prof di disegno pretendeva per le esercitazioni a mano libera: il vegliardo non riusciva proprio a digerire le Apps di disegno virtuale.
Ormai da anni la casa di Alfredo, come le tutte altre de resto, era libera da scaffali, mobili a parete, faldoni per documenti, dischi; tutto lo scibile necessario era contenuto nel cloud di famiglia e all'occorrenza visionabile e utilizzabile da dovunque tramite tablet grazie al collegamento wifi che da decenni era obbligatorio e gratuito su tutto il territorio nazionale. Fu un'iniziativa del primo eresiarca della Repubblica Italiana, quel Beppe Primo che nel lontano 2015 aveva rivoluzionato la metodologia di archiviazione del sapere e le modalità di accesso ai documenti: da allora tutti i supporti cartacei, vinilici, plastici, papirici, erano stati eliminati e sostituiti da file elettronici disponibili sui cloud personali, familiari, aziendali, pubblici e governativi.
I primi falò organizzati dal neonato Ministero della Semplificazione Documentale furono dei veri e propri eventi mondani: ognuno accorreva con tutta la propria biblioteca fisica caricata su auto, furgoni, scooter, carretti a ruote, pieni di tutto quello che era ormai vecchio: testi scolastici, romanzi, raccolte di poesie, saggi di storia, cd musicali, dischi in vinile, film su dvd, documenti notarili, persino i vecchi volumi del nonno. Il tutto veniva diligentemente e gratuitamente sostituito dalle copie autorizzate elettroniche, se disponibili, oppure scannerizzato lì per lì in caso di documenti personali, vecchie lettere, fatture, contratti, atti, poi autenticato con firma elettronica dall'addetto comunale e infine cloudizzato. I falò erano una vera e propria festa, si ballava, si beveva, qualcuno ha pure conosciuto in quell'occasione il partner di una vita. Tutti erano pienamente consapevoli della rivoluzione che stavano finalmente portando a termine: un nuovo mondo vedeva la luce da quel momento, un futuro di semplificazione e di libertà dalla carta si stagliava all'orizzonte. Dopo la festa ognuno se ne tornava a casa con una password e tanto spazio sulle pareti di casa da riempire finalmente con oggetti moderni e belli da vedere e da mostrare agli ospiti. Ben presto i termini che designavano gli oggetti non più esistenti furono dimenticati, le parole sono memi dinamici, vivono grazie all'uso, muoiono presto se non utilizzate; "carta" rimase a designare più che altro il materiale da imballaggio e i supporti per la pulizia e la cura del corpo, che soffiarsi il naso con un tablet non era ancora possibile, nonostante i costanti sforzi di Apple e Samsung in tal direzione.
Alfredo era contento così, grazie alla Rivoluzione Documentale non aveva mai dovuto trascinarsi dietro zaini pesanti per andare a scuola, bastava una borsetta per il tablet e la sua memoria per le password, tutto lì. Adorava leggere, romanzi, saggi, divorava tutto, capiva che dietro quelle parole c'era la chiave per la comprensione dell'universo e lui era curioso da sempre. Il tablet lo accompagnava dovunque. Sulla sua porzione di cloud aveva archiviato circa tremila libri, ogni tanto ne richiamava uno sul suo tablet e lo affrontava, di solito prendeva appunti sul word processor e approfittava del collegamento al web per approfondire alcuni argomenti. Un mondo fatto su misura per le sue passioni.
Cominciò a pensare che alcune di quelle opere su file erano davvero fondamentali, tipo quel trattato di storia del pensiero matematico che aveva per le mani in quei giorni, pubblicata sul cloud di "Le Scienze" dal più autorevole terzetto della rete di quegli anni, gli Eredirudi Mathematici. Voleva che quelle parole fossero a sua disposizione sempre. Sì, certo, già lo erano, erano lì sul cloud, ma gli sembrava un modo troppo astratto di conservare qualcosa di così importante, non riusciva a toccare quelle parole, a possederle pienamente, il suo desiderio di dominio fisico non era completamente soddisfatto. 
Qualche tempo prima aveva scovato in cantina una vecchia stampante, appartenuta al nonno di suo padre; la rimise in sesto e cominciò dapprima a stampare le pagine più salienti di alcuni file sui fogli di carta che gli rimanevano dopo le lezioni di disegno, scegliendo accuratamente i paragrafi che voleva avere sempre lì davanti a sé. Poi passò a stampare interi saggi, romanzi, racconti. Ma le pagine così stampate erano troppo disordinate, allora si procurò del cartone dall'imballo del nuovo videoputer 56 pollici del padre e lo utilizzò per rilegare i fogli tra di loro; alcune opere a cui teneva particolarmente le rilegò con colorati cartoncini recuperati dalle scatole di scarpe, e su ci stampava pure il titolo, in modo da poterle distinguere a prima vista; si accorse ben presto che così rilegati quei fogli erano particolarmente gradevoli alla vista, e stavano benissimo ad ornare le pareti vuote della sua stanza.
Comperò uno scaffale per mettere dentro tutto quello che stampava, era bello da vedere e da mostrare ai compagni di classe che lo venivano a trovare. All'inizio non sapeva bene come chiamare quei pacchi di fogli rilegati insieme, poi fece qualche ricerca, scoprì che decenni prima c'era una parola che designava oggetti del genere. Lì chiamò libri. E il suo tablet all'improvviso gli sembrò obsoleto.

8 commenti:

  1. Qual'è la fase 2.0?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Fase 1, introduzione, entusiasmo di alcuni e titubanza di altri.
      Fase 2, espansione e maturità, accettazione della nuova tecnologia come normalità.
      Fase 3, obsolescenza, leggi sopra.

      Elimina
  2. Obsolescenza, bella parola che stimola anagrammi: l'ex presdelcons si lamenta del fatto che delle molte olgettine ne è rimasta solo una. B.S.: c'è solo Enza.

    RispondiElimina
  3. E pensare che io sono ancora alla fase 1, titubanza. Aspetto Beppe Primo, già il Profumo aveva promesso di regalarmene uno e prima o poi succederà. Decurtando il prezzo dallo stipendio, ovviamente :-)

    RispondiElimina
  4. Se c'é spazio per il sentimentalismo tra i tuoi commenti, io direi che mi sono commossa. Ma io so.o bibliotecaria e non faccio testo... Ma potrei fare libri, come Alfredo se ne essario

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sinceramente l'effetto commozione non era previsto. Comunque ti invidio il mestiere.

      Elimina
  5. Mi permetto di segnalare un paio di punti non proprio coerenti:
    1) Beppe Primo mi sembra piuttosto contrario ai termovalorizzatori, immagino che non autorizzerebbe mai dei falò stile Savonarola. Sarebbe più credibile un riutilizzo a riciclo, es. per farci carta igienica (ed alcuni testi a volte purtroppo lo meritano) oppure come materiale da costruzione (carta da parati ?) o per coriandoli, ecc...
    2) dopo anni una stampante in cantina ancora funzionante? Ok ma il toner ? Che scorta aveva ?
    3) come ha fatto a rimettere i libri ad "ornare" le pareti se immagino anche ikea a quel punto ha smesso di produrre Billy ?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Accetto le puntualizzazioni, le terrò presenti per le eventuali riedizioni del post.

      Elimina