L'abbigliamento è la caratteristica più evidente tra quelle che denotano un pendolare metropolitano scafato e tosto distinguendolo dai semplici U.O.M.P. (Utilizzatori Occasionali di Mezzi Pubblici). In un torrido pomeriggio di luglio o in una gelida sera di gennaio, indossare il capo giusto fa la differenza tra una serena passeggiata nell'intestino tenue della città e una vera e propria discesa agli inferi.
E' per questo che voglio mettere la mia ultradecennale esperienza al vostro servizio e offrirvi alcuni riferimenti (più precisamente: tre regole, quattro premesse, cinque casi pratici e due postille) per diventare anche voi Viaggiatori Originali Metropolitani Indubbiamente Tosti e Inossidabili (V.O.M.I.T.I.).
Regola Uno: controllate sempre di persona la temperatura esterna. Io ho montato un termometro fuori alla finestra della cucina, lo consulto ogni mattina, subito dopo aver acceso sotto al caffè. Non fidatevi MAI di quello che leggete sui siti del meteo, che ascoltate al TG o che vi annuncia al telefono vostra suocera: esagerano sempre: aggiungere tre gradi d'estate e toglierne tre d'inverno fa notizia e desta interesse. Ma è da U.O.M.P.
Regola Due: in caso di pioggia evitate in ogni modo gli ombrelli pieghevoli. Se piove poco sono inutili e tranquillamente rimpiazzabili da un cappuccio o un cappello, se piove parecchio riparano a malapena il cranio e al minimo refolo di vento si accartocciano. Se si prevede pioggia (in questo caso, ma solo in questo, un'occhiata ai siti del meteo non fa male) meglio un ombrello classico: ci sarà un motivo se ha lo stesso design da svariati secoli senza soffrire di obsolescenza.
Regola Tre: vestitevi sempre come se ci fossero almeno 7° o 8° più di quanto indica il termometro della Regola Uno. Il perché è spiegato in dettaglio nei seguenti Casi Pratici.
Premesse alla trattazione dei casi pratici:
- Per la trattazione dei casi che seguono si considererà la temperatura t rilevata alle 7.30 di mattina, ora standard di preparazione caffè di un pendolare metropolitano medio.
- Nei casi si tratterà solo degli indumenti di copertura della parte alta del corpo (dalla cintola in su). Per la parte bassa fate come vi pare: a meno che non siate tipi da pantalone di velluto a coste e stivali Timberland da boscaiolo in pieno Agosto, non è facile commettere errori grossolani.
- Mi rendo conto che i casi sono un po' troppo incentrati su capi maschili. Perdonate l'apparente androcentrismo dovuto con tutta probabilità al fatto che sono uomo, e provate ad adattare le regole ai capi femminili. Non dovrebbe essere così difficile trovare le equivalenze adatte.
- Nell'analisi dei casi, si tenga sempre presente che il corpo umano produce all'incirca 100 Watt di calore in maniera continua, anche a riposo. Si consideri inoltre che il vagone della metro o il bus che vi accingete a prendere questa mattina (se avete controllato t alle 7,30 si presuppone che, come ogni pendolare medio, anche voi viaggerete all'ora di punta) conterrà almeno 100 corpi, che fanno un bel radiatore da 10 KW sempre acceso, d'estate e d'inverno.
Caso t>20°: la T-shirt (o qualcosa che le si avvicini molto, tipo abitini leggerissimi svolazzanti per le pupe o canotte per i bulli) è l'unico capo di abbigliamento permesso per la zona dalla cintola in su. In caso contrario preparatevi a sopportare le pene dell'inferno. Se ricordate la ancora premessa 4, vi renderete facilmente conto che qualsiasi cosa oltre la maglietta è di troppo. Non contate sul supporto di aria condizionata o finestrini, sarebbe come precipitare da sessanta metri d'altezza facendo affidamento sulla suola ammortizzante delle vostre Nike. Se avete, come me, problemi di etichetta (fate un lavoro in cui è necessario indossare una divisa, sia essa una tuta da operaio o un completo con giacca e cravatta) organizzatevi: lasciate tutto quello che potete in ufficio o in fabbrica, cambiatevi lì appena arrivate e spogliatevi prima di andare via. Ne va della vostra sopravvivenza.
Caso 12°<t<20°: T-shirt + camicia. Tranquilli. Ricordatevi del termosifone da 10 KW sempre acceso e aggiungeteci che appena t va sotto ai 20° ci sarà la gara a chiudere ermeticamente finestrini e oblò per paura degli spifferi e dei colpi di freddo sempre in agguato. Se vi state chiedendo se soffrirete il freddo durante i pochi minuti di attesa alle fermate esterne, sappiate che tre minuti di leggero fastidio valgono bene la salvezza dalla sofferenza una volta a bordo. Per quanto riguarda i tragitti a piedi, tenere un passo veloce vi terrà caldi a sufficienza per resistere anche alle temperature minime del caso in questione.
Caso 7°<t<12°: T-shirt + camicia + giacca light (intendo giacca dell'abito o giubbino sfoderato, dimenticate roba imbottita o pelosa). Per le motivazioni si riporta al caso precedente.
Caso 1°<t<7°: Avete il permesso di aggiungere all'abbigliamento del caso precedente un gilet di lana o sostituire la giacca light con qualcosa di più consistente, tipo giacca a vento leggera. Sono inoltre ammessi guanti, sciarpa e cappello, soprattutto per chi, come il vostro V.O.M.I.T.I. con la tessera numero Uno, soffre di canizie precoce ed espone la glabrità del proprio cranio alle intemperie. In nessun caso voglio vedervi con piumini trapuntati tipo omino michelin o parka con cappucci in pelo di marmotta che farebbero sudare un esquimese. Dovreste vergognarvi solo per averci pensato. Guardate sempre con disprezzo chi indossa capi antartici: sicuramente non vi trovate di fronte a veri V.O.M.I.T.I.
Caso t<1°: difficile che questo caso si presenti nelle zone temperate che fanno da ecosistema alla maggior parte degli attuali lettori di questo blog; sono tuttavia consapevole delle potenzialità di espansione verso ogni latitudine della mia platea; pertanto sappiate, voi aspiranti V.O.M.I.T.I. delle regioni fredde, che sono permessi piumini corti non troppo imbottiti, da indossare rigorosamente sull'accoppiata standard T-shirt e camicia, senza strati intermedi.
E ricordate: la dignità prima di tutto.
Postille
Postilla ai casi pratici: se c'è qualche pignoletto che mi scrive che non ho affrontato il caso t=20° (o t=12°, o t=7°, o t=1°) giuro che mi metto a gridare come una pazza.
Postilla generale: avete appena finito di leggere il Capitolo Uno delle Regole di sopravvivenza per viaggiatori metropolitani. Per quanto riguarda il Capitolo Due, non ci contate troppo: se viene viene, se no, fatevene una ragione.
Vomiti?
RispondiEliminaAh, mi scusi, era spiegato all'inizio del post e mi era sfuggito.
RispondiEliminaDoppia lettura, doppio commento... la considero come un'impennata inaspettata della partecipazione da parte dei lettori.
RispondiEliminaAggiungo come dato del tutto personale e probabilmente trascurabile che, in tutti i casi t<12°, il vostro tacchino indossa il giacchino in pelle simbolo della propria invidualità e fede nella libertà personale di cui in un precedente post. Lo trovo un compromesso perfetto tra praticità, eleganza e basso impatto termico.
RispondiEliminaQui son quattro giorni che va sotto zero ed io mi beo del calore emanato da dignitosissimi strati intermedi. Ma io faccio parte dei viaggiatori extraurbani recidivi meccanizzati indipendenti, ed i V.E.R.M.I. proocano spesso i V.O.M.I.T.I.
RispondiEliminaValeva la pena perdere un po' di tempo per inserire il commento, fidati.
EliminaNe farò volantini da distribuire nella metropolitana milanese. :-)
RispondiEliminaottima idea. i vomiti spopoleranno e introdurranno il minimalismo nella capitale della moda.
EliminaNon darò i numeri delle temperature delle mie parti, ma trovo i tuoi consigli assai utili. Tuttavia trovo una contraddizione interna: se sei un pendolare esperto non dovrebbero servire perchè se ancora non lo hai capito i consigli non ti serviranno.
RispondiEliminaognuno può migliorare il suo punteggio nella scala dei vomiti.
Eliminamamma mia che commento ripetitivo...
RispondiEliminaHo il parka con cappuccio in pelo di Chewbacca ma sono giustificato perché in Veneto siamo a 0°, fiu! :^)
RispondiEliminaIl parka a zero è proprio al limite. stai rischiando grosso. :-)
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