Mattina, ore 6.15. Solito allenamento nel quartiere che si sveglia. Il mio consueto tragitto comprende un passaggio in una zona sterrata che da un lato costeggia il deposito Acea, dall’altro una macchia incolta con arbusti alti e fitti. Di solito l'area è frequentata da gattari (termine romano per definire personaggi dall’età non più verde che dedicano parecchie ore ed energie alla cura dei gatti randagi, senza alcun tornaconto e per puro animalismo, dicono loro, ma ciò è chiaramente impossibile) e da omini che pisciano il cane (sì, transitivo è bello).
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Hey, un momento, cos’è quell’affare rosso e peloso che ruba il cibo agli assonnati e pasciuti gattoni? Cacchio, pare una volpe, anzi è popo 'na volpe! Una volpe bella grossa nel cuore di Roma! Appena avverte lo scalpiccìo dei miei passi si affretta a nascondersi nella boscaglia ma, ricacchio, era stata a quindici metri da me appena tre secondi prima!
Qualche giorno avanti avevo notato un porcospino spiaccicato sull'asfalto, animaletti non proprio domestici ogni tanto se ne vedono (anche se spesso morti...), ma una volpe è diverso. La consapevolezza che a poche decine di metri da casa mia, che credevo luogo ormai irreversibilmente votato all’inquinata metropoli, vive o perlomeno bazzica una volpe, mi ha piacevolmente toccato. La volpe è animale selvatico per eccellenza, è bestia che vive in Quebec, Siberia, Canada, luoghi che solo a pronunciarli mi viene voglia di mettere il golfino, mica a Macerata. È roba da boschi nordici, da inverni ancestrali, da latitudini remote; sarà per questo che all'incontro ho dato un'interpretazione che con il passare del tempo è diventata più che una mera ipotesi: la natura cova sotto le infrastrutture artificiali di una città come brace sotto la cenere, pronta a fare capolino non appena la civiltà molla la presa. Mi sono ricordato di un libro letto qualche anno fa che si cimentava nel prevedere cosa sarebbe successo se l’umanità si fosse estinta all’improvviso (“il mondo senza di noi”, di Alan Weisman); si faceva una stima del tempo necessario agli alberi e agli animali per rioccupare di nuovo le aree urbane (pochi mesi) che mi era sembrata troppo breve, ma ora che so che c’è una volpe sotto casa pochi mesi mi paiono assolutamente plausibili. Basterebbe una settimana di completa assenza umana per convincere la mia volpe a spingersi fin sotto i palazzi in cerca di cibo o le formiche (che non sono ancora riuscito a debellare) a riempirmi la stanza da letto, e poco più a far crescere a dismisura persino l’erba del giardino del mio amico Sdf, ostinatamente reticente a qualsiasi concime.
La mia volpe mi ha definitivamente convinto che la civiltà stanziale come la conosciamo è agli sgoccioli e la natura prima o poi riprenderá possesso dei suoi luoghi; per homo sapiens l’unico modo per sopravvivere come specie è iniziare una nuova era in cui gli spazi sono flessibili e non rigidamente destinati a urbanizzazione o a verde, in una dinamica alternanza di accampamenti provvisori e boschi che avanzano e indietreggiano. Devo informare il mio architetto. Per non farvi trovare impreparati dall'avvento della nuova era di nomadismo e transumanza vi consiglio di ripassare i post della serie Giovani Marmotte (#1 e #2).
Commenti:
RispondiElimina#1 08 Luglio 2011 - 22:13
E piantala co 'sto limoncello! Pdb
utente anonimo
#2 10 Luglio 2011 - 07:32
Io una volta ho visto un gufo appollaiato sul filo davanti a casa mia.
LGO
#3 10 Luglio 2011 - 07:33
Volevo dire su un cavo elettrico, insomma un filo della luce.
LGO
#4 10 Luglio 2011 - 08:42
ma se quel libro manco ti era piaciuto!!!
e.
utente anonimo
#5 10 Luglio 2011 - 12:31
Non mi pare di aver detto che mi sia piaciuto. Eppoi sui cambiamenti di idea sono molto permissivo, sarei capace di dare a Capezzone "sufficientemente coerente" come voto.
aaqui
#6 11 Luglio 2011 - 08:40
No sig. Tacchino,no. Io un pochino credevo in lei.
La sua spassosa tuttologia era un punto fermo.
Ma Capezzone "sufficientemente coerente" no. E' troppo.
Questi trasformisti di merda sono la rovina.
(Anch'io ho visto una volpe vicino al cestino dei rifiuti alla stazione della Giustiniana in tardo pomeriggio. Sono animaletti arditi.)
rigorosamenterosso
#7 11 Luglio 2011 - 09:49
E pensare che ho tentato in tutti i modi di inserire una faccina dopo la metafora capezzoniana per non essere frainteso da commentatori integgerrimi come lei.
Pazienza.
Passerò per un fan del capezzone nazionale (già a scriverlo mi viene da vomitare) e perderò la mia lettrice preferita, così imparo a utilizzare al meglio i mezzi tecnologici che osanno.
A proposito, noto un cera pigrizia estiva nell'aggiornamento del suo blog, è forse in villeggiatura in riviera romagnola?
aaqui
#8 11 Luglio 2011 - 11:10
Sig. Tacchino, lei non legge i miei commentini, che, per quanto fatui, son pur sempre dei commentini non meritevoli della sua indifferenza.
Sono testé tornata dalle spiaggie di Elafonisos che non mi è parsa essere circondata dal mar Adriatico.
Uffa, sig. Tacchino, lei sta passando la misura...se ne rende conto?
In quanto ai post, è vero. Non ho granchè di tempo e in vacanza non avevo voglia...era troppo caldo...
Direi che il suo invito alla lettura del mio blog è un post sprecato.
(tutta la mia simpatia...naturalmente...sprecata! )
rigorosamenterosso
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