Riassunto della puntata precedente (la trovate scrollando poco più in basso o cliccando qui): sto leggendo Vita istruzioni per l'uso di Georges Perec, ne sono entusiasta e voglio parlarne.
Argomento del post di oggi: mappa dello stabile.
Come abbiamo già visto qualche tempo fa , Perec è un esponente dell'OuLiPo, un gruppo di intellettuali che si proponevano di fare il loro mestiere autolimitandosi in qualche maniera, di solito attraverso strutture ben definite da applicare al loro campo di espressione. Nel nostro caso Perec ha scelto come struttura base quella dell'edificio all'interno del quale la storia (anzie, le storie) si svolgono. Per tale motivo, è utilissimo per seguire la narrazione, se non indispensabile, munirsi di un'ottima mappa dell'edificio descritto. Il primo problema da affrontare è che l'immobile e la strada sono immaginari. Poco male. In fondo al libro c'è un semplice schema che aiuta all'inizio a districarsi tra nomi e appartamenti, ma la cosa migliore sarebbe disegnarsi una mappa propria man mano che si procede nella lettura. Per i più pigri qui sotto ne propongo una che ha gli elementi di base sui quali poi ognuno può costruire il resto.
Dobbiamo immaginare che dalla facciata frontale dell'edificio sia stato tolto il muro esterno, in modo da offrirci la possibilità di sbirciare tutto ciò che accade nelle stanze e nei locali che danno su quella facciata: è per questo che fino ad ora ho detto "mappa" e non "pianta", siamo di fronte a una parete verticale, non a una vista dall'alto. Una nota: da quanto sopra dovrebbe conseguire che non tutte le stanze né tutti gli appartamenti dello stabile sono coinvolti nella storia, ma solo quelli che danno sulla facciata frontale. A conferma di ciò posso testimoniare che la maggior parte delle stanze descritte sono salotti o soggiorni, qualche camera da letto, ma pochissimi bagni e cucine. Una spiegazione plausibile potrebbe essere che i servizi danno sul cortile interno o sulle facciate laterali, e questo è in parte confermato da una descrizione delle stanze della servitù a pag. 229. Fine della nota.
Argomento del post di oggi: mappa dello stabile.
Come abbiamo già visto qualche tempo fa , Perec è un esponente dell'OuLiPo, un gruppo di intellettuali che si proponevano di fare il loro mestiere autolimitandosi in qualche maniera, di solito attraverso strutture ben definite da applicare al loro campo di espressione. Nel nostro caso Perec ha scelto come struttura base quella dell'edificio all'interno del quale la storia (anzie, le storie) si svolgono. Per tale motivo, è utilissimo per seguire la narrazione, se non indispensabile, munirsi di un'ottima mappa dell'edificio descritto. Il primo problema da affrontare è che l'immobile e la strada sono immaginari. Poco male. In fondo al libro c'è un semplice schema che aiuta all'inizio a districarsi tra nomi e appartamenti, ma la cosa migliore sarebbe disegnarsi una mappa propria man mano che si procede nella lettura. Per i più pigri qui sotto ne propongo una che ha gli elementi di base sui quali poi ognuno può costruire il resto.
Mappa dello stabile descritto da Georges Perec in Vita istruzioni per l'uso |
Come si può vedere dalla mappa, si tratta di un edificio di otto piani più piano terra e scantinati. Ogni piano è suddiviso in dieci ambienti. Gli ambienti di un unico proprietario sono suddivisi nel disegno da linee nere, le stanze da linee azzurre tratteggiate. Ad esempio il terzo piano si suddivide nell'appartamento di Foreau sulla destra (tre ambienti), il vano scale (due ambienti, separati convenzionalmente dal vano ascensore) e il grande appartamento di Bartebooth sulla sinistra (cinque ambienti). In ogni appartamento, oltre ad esserci il nome dell'attuale proprietario riportato in maiuscolo, si può leggere in minuscolo il nome del precedente.
Ogni ambiente viene toccato da uno e un solo capitolo (in rosso i numeri dei capitoli relativi ad ogni zona: dieci piani per dieci locali uguale cento, meno la cantina in basso a sinistra uguale novantanove capitoli). Ne consegue che ad appartamento grande corrisponde una trattazione più ampia, in più capitoli. Poco democratico ma efficace.
Il passaggio da un capitolo al successivo è sempre a mossa di cavallo, diritto per due spazi e di lato per uno, come negli scacchi (i collegamenti tra i capitoli sono evidenziati dalle linee verdi). Mi domando se la scelta di lasciare fuori dalla narrazione una sola stanza sia un espediente letterario o, piuttosto, una necessità matematica. Mi chiedo infatti se sia possibile coprire tutte le porzioni di un quadrato dieci per dieci percorrendole con la mossa del cavallo. Io non so la risposta e non sono assolutamente in grado di proporre una dimostrazione matematica che confermi o meno l'ipotesi, ma se qualche vero matematico della blogosfera passasse da queste parti e volesse cimentarsi nell'impresa ne sarei felice.
Ogni capitolo può trattare sia del proprietario attuale che di quelli passati, diciamo quasi un secolo di storie racchiuse in uno spazio piccolo e ben delimitato. La mappa potrebbe anche essere vista come una guida per ricomporre il romanzo, come quelle figure riportate sul coperchio dei puzzle che si trovano in cartoleria e che suggeriscono la figura da ottenere. Da notare che il prologo al romanzo è proprio sull'arte del puzzle, e che la storia principale, quella che attraversa tutta la narrazione, è la storia di una vita consacrata a risolvere questo rompicapo: la struttura del romanzo è anche oggetto della narrazione, in una sorta di autorefenzialità struttura/storia.
Ogni ambiente viene toccato da uno e un solo capitolo (in rosso i numeri dei capitoli relativi ad ogni zona: dieci piani per dieci locali uguale cento, meno la cantina in basso a sinistra uguale novantanove capitoli). Ne consegue che ad appartamento grande corrisponde una trattazione più ampia, in più capitoli. Poco democratico ma efficace.
Il passaggio da un capitolo al successivo è sempre a mossa di cavallo, diritto per due spazi e di lato per uno, come negli scacchi (i collegamenti tra i capitoli sono evidenziati dalle linee verdi). Mi domando se la scelta di lasciare fuori dalla narrazione una sola stanza sia un espediente letterario o, piuttosto, una necessità matematica. Mi chiedo infatti se sia possibile coprire tutte le porzioni di un quadrato dieci per dieci percorrendole con la mossa del cavallo. Io non so la risposta e non sono assolutamente in grado di proporre una dimostrazione matematica che confermi o meno l'ipotesi, ma se qualche vero matematico della blogosfera passasse da queste parti e volesse cimentarsi nell'impresa ne sarei felice.
Ogni capitolo può trattare sia del proprietario attuale che di quelli passati, diciamo quasi un secolo di storie racchiuse in uno spazio piccolo e ben delimitato. La mappa potrebbe anche essere vista come una guida per ricomporre il romanzo, come quelle figure riportate sul coperchio dei puzzle che si trovano in cartoleria e che suggeriscono la figura da ottenere. Da notare che il prologo al romanzo è proprio sull'arte del puzzle, e che la storia principale, quella che attraversa tutta la narrazione, è la storia di una vita consacrata a risolvere questo rompicapo: la struttura del romanzo è anche oggetto della narrazione, in una sorta di autorefenzialità struttura/storia.
Già da questi pochi elementi si capisce in che senso il libro si configuri come iperromanzo: in ogni stanza si svolge una storia collocata in un tempo ben preciso, distanziata alcuni metri dalla storia della stanza accanto o alcuni anni da altri fatti accaduti in quello stesso spazio, come a cogliere la multidimensionalità spazio/tempo. E poi come non trovare parallelismi con la navigazione in rete alla quale siamo ormai abituati: il romanzo si presta benissimo ad essere percepito come una serie di collegamenti ipertestuali sulla mappa: possiamo immaginare di cliccare su una stanza e di viaggiare nel tempo per scrutare storie accadute in quello spazio, di ingrandire gli oggetti per leggerne le vicende, di passare con il mouse sui mobili per scoprirne l'origine. Ma anche senza questo espediente tecnologico il libro riesce a darti tutto quello che cerchi, e molto altro.
La prossima volta parleremo di elenchi. Forse.
La prossima volta parleremo di elenchi. Forse.
Ma la mappa è sua o l'ha presa dal libro? O dalla rete? In ogni caso sembra super, e suscita parecchia curiosità. Ma ho deciso di non leggerlo per ora. Di aspettare di leggere prima tutto ciò che lei ha da dire in proposito. Le opinioni originali sono sopravvalutate, ed è faticoso farsene di proprie. Molto meglio avere una traccia premasticata da seguire. Si fatica meno e si può sempre dare ad altri la colpa delle sciocchezze che si pensano.
RispondiEliminala mappa l'ho presa dalla rete, spero di non aver violato nessuna legge.
Eliminasi anche io aspetto, che non ho capito di che parla il libro (oltre al fatto che sono già alle prese con un mattone di più di 1000 pagine ed a differenza del sig. Tacchino non ho tutto il tempo che ha lui che prende la metro). Per ora comunque ho capito abbastanza bene come è fatto il contenitore, so abbastanza poco del contenuto.
RispondiEliminae.
Non prendi la metro? E come vai, in elicottero?
EliminaE comunque mi piacerebbe una breve recensione del volume di 1000 pagine, che tratti sia del contenuto che del contenitore.
a volte il contenitore è molto importante. un po' di pazienza e parleremo anche del contenuto.
RispondiEliminaÈ vera questa cosa del contenitore, pensi al gentil sesso: a chi interessano i reni, o la cistifellea! Scusate la volgarità, a volte non posso resistere alle battute facili.
RispondiEliminaTi rubo la mappa che è molto più bella di quella che misi io nell'articolo che dedicai a Perec e al libro.
RispondiEliminaHo cercato l'articolo al quale fai cenno in keespopinga.blogspot.it ma proprio non riesco a trovarlo. Mi dai il link? (Sono combattuto tra la voglia di leggerlo e la sicurezza che dopo averlo letto non mi rimarrà più nulla di interessante da dire su Perec)
RispondiEliminaTrovato, è qui:
RispondiEliminahttp://keespopinga.blogspot.it/2009/02/la-letteratura-combinatoria-ii.html
anche nel tuo schema il passaggio dal capitolo 65 al 66 non è possibile direttamente ma solo sfruttando l'angolo in basso a sinistra... bene, non ho preso abbagli.
E poi c'è questo:
RispondiEliminahttp://keespopinga.blogspot.it/2009/09/letteratura-combinatoria-istruzioni-per.html
mi era sfuggito ma è davvero notevole, grazie Pop.