martedì 2 novembre 2010

L'Odissea

Domenica ho visto 2001 Odissea Nello Spazio di Kubrick. Non è stata la prima volta, ma è come se lo fosse stato. Le volte precedenti ero sempre troppo distratto o troppo assonnato o poco predisposto. Ma domenica pioveva, le bimbe giocavano con la madre ed io ero bello arzillo e ricettivo.
Primo tempo. Quelli che le durante le precedenti visioni mi parevano i momenti morti (le scene degli ominidi e la danza delle astronavi) sono diventate le scene topiche del film, quelle più pregne di valenza: mai ho visto in un film messaggi più densi.
Il momento del grande salto evolutivo nella storia di Kubrick è catalizzato da un intervento esterno (la comparsa del monolito), un momento di discontinuità venuto dal cielo (non in senso trascendentale ma extraterrestre, almeno per questa volta). Kubrick utilizza questo stratagemma per individuare con precisione e raccontare il momento clou dell'evoluzione, che viene identificato come l'inizio della coscienza nell'uomo e della capacità di utilizzare utensili.
La seconda volta che il monolito appare è quattro milioni di anni dopo, quando Kubrick identifica il secondo grande salto evolutivo, la nascita della coscienza nei manufatti dell'uomo, nelle macchine elettroniche. La prima macchina a renderlo manifesto è il cervellone elettronico HAL 9000, che si ribella ai propri creatori.
I due momenti hanno altri punti di contatto, primo fra i quali la violenza che viene associata alla presa di coscienza. Il primo atto del nuovo essere cosciente è sempre un atto di violenza, l'ominicidio con l'osso per l'antenato e la ribellione per il computer, con l'uccisione dei quattro astronauti. Non molto ottimista come inizio. Poi l'evoluzione dell'etica (pdb insegna) metterà un freno a ciò, ma l'inizio è questo.
E poi che dire degli effetti  speciali. I movimenti all'interno delle astronavi in assenza di gravità non sono solo verosimili, ma i migliori che io ricordi di aver visto in un film, e in quanto a impatto ricordano le grafiche di escher per il completo sovvertimento della comune percezione delle posizioni relative, stravolte completamente dalla mancanza di gravità. La scena dell'uomo che corre lungo l'anello rotante (credo che ruoti proprio per ricreare una parvenza di attrazione gravitazionale tramite la forza centrifuga) rimanendo sempre dritto è insuperabile.
Secondo tempo. Anche stavolta non ho capito il finale. Chiedo ai miei lettori, entrambi esperti cinefili, di darmi le loro interpretazioni.
Resta in ogni caso un film eccezionale.

1 commento:

  1. Anonimo8/11/11

    #1 02 Novembre 2010 - 22:12

    Come entrambi? Non eravamo diventati tre? Pdb
    utente anonimo
    #2 02 Novembre 2010 - 22:21

    Yes, the ending is weird and hard to comprehend - but that's the nature of the future. Kubrick and Clarke have started the task of envisioning it, now it's up to the audience to continue. There's no neat resolution, no definitive full stop, because then the audience could stop thinking after the final reel. I know that's what most audiences seem to want these days, but Kubrick isn't going to let us off so lightly. Pdb (per quanto non sia del tutto farina del mio sacco)
    utente anonimo
    #3 04 Novembre 2010 - 09:56

    io l'avevo interpretato come un riferimento al fatto che la storia si ripete ciclicamente e le varie fasi dell'evoluzione possono vedersi specularmente sia guardando alla specie sia al singolo individuo (nelle varie età).
    ma secondo me il regista semplicemente l'ha laciato vago proprio per non banalizzare il film e prenderci tutti un pò per il culo.

    utente anonimo
    #4 05 Novembre 2010 - 10:56

    devo dirti che fra i film di Kubrick è il mio preferito... qualche anno fa lo riproiettarono al cinema forse perchè era stato restaurato e ricordo ancora la sensazione di essere un tutt'uno con lo schermo. Il finale? Sicuramente la storia è fatta di corsi e ricorsi ma che il regista ci volesse anche prendere un pò per il culo è indubbio ;) ema
    utente anonimo

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