giovedì 26 aprile 2012

Perec #5 - Errori

Riassunto delle puntate precedenti (le trovate cliccando qui): si parla di Vita istruzioni per l'uso di Georges Perec. Il libro descrive un edificio parigino e i suoi abitanti.


Argomento del post di oggi: errori.

C'è poco da fare, dopo averlo letto, e più che altro se riesci a finirlo, un libro così comincia a far parte di te, e cominci a ragionare come lui, a considerare ciò che ti circonda, gli spazi, gli oggetti, i minimi accenni di storie come lui farebbe. E, inevitabilmente, cominci a fare elenchi.
Un elenco à la Perec non è una semplice lista di cose e nomi. E' lo schizzo di un ambiente, di un campo di gioco, è la contestualizzazione di un evento, di un mondo. Voglio farlo anch'io, il mio elenco, e voglio che parli a suo modo dell’edificio al numero 11 di rue Simon-Crubellier, a Parigi, nel XVII arrondissement, anche se in maniera un po’ indiretta. E, come ogni buon elenco perecchiano, non deve essere fine a se stesso, ma deve avere un senso, un'utilità.
Leggendo il libro ho provato più volte disagio per i parecchi errori di stampa e, credo, di traduzione che lo ammorbano. Non è bello avere per le mani un testo che è basato sulla struttura, sulla precisione delle parole, sulla scelta delle cose descritte e trovare che è stato trattato così approssimativamente dall’editore italiano.
Quindi qui appresso farò il mio personalissimo elenco degli errori di questa edizione del libro di Perec, e poi manderò la lista all’editore, sperando possa servire a migliorare l’opera in futuro. Ci tengo a precisare che quelli che nel seguito identificherò come errori di traduzione non sono sicuro lo siano davvero, errori di traduzione. Voglio dire, non mi sono preso la briga di consultare l'edizione in lingua originale per un confronto, anche per il non trascurabile problema che io il francese non lo conosco. Ciononostante propendo per l'ipotesi dell'errore di traduzione quando viene scelto un termine che si avvicina al significato probabilmente cercato dall'autore ma è reso in un italiano mai sentito, che stride, e questa scelta non pare giustificata dall’ottenimento di particolari sonorità o effetti metrici. Che ho detto? Boh.
Passiamo all'elenco, va'.

Errori di stampa o di traduzione di La Vita istruzione per l’uso, di Georges Perec, edizioni dell’edizione BUR Biblioteca Universale Rizzoli, collana Scrittori Contemporanei, 12 gennaio 2005, 572 pagine, traduzione di D. Selvatico Estense. Le sottolineature sono mie, messe lì apposta per evidenziare le parole che considero da modificare e come suggerisco di modificarle.

1.   Pag. 40, si legge che Valene aveva la camera proprio sotto il laboratorio di Winckler mentre dalla mappa in fondo al libro risulta palese che la camera di Valene era sopra il laboratorio di Winckler.
2.   Pag. 47, si legge all'estrema destra degli ultimi due piani del caseggiato, il pittore Hutting mentre, sempre dalla mappa in fondo al libro si vede che l'alloggio di Hutting è all'estrema sinistra dell'edificio.
3.   Pag. 74, riguardo a Sergio Sulpicio Galba, si legge prima di essere massacrato in Campomarzio delle proprie truppe, mentre doveva essere dalle proprie truppe
4.   Pag. 94, si legge la finale dell'inchiesta l'ha condotta oggi... mentre dovrebbe essere il finale dell’inchiesta o, al massimo, la parte finale dell'inchiesta.
5.   Pag. 130, si legge una famiglia italiana, i Grifalconi, visse per qualche tempo al terzo al sinistra, mentre dalla mappa in fondo al libro risulta essere il quarto a sinistra.
6.   A pag. 164 c'e quello che, se non è un altro errore di traduzione, è a quanto mi risulta l'unica apertura alla presenza personale di un narratore nell'intero libro: una prima persona singolare nella frase una fotografia, della signora Marcia direi, ma con quarant.'anni di meno. A mio parere si deve trattare di una traduzione poco accurata: è ancora vero che non conosco il francese, ma sono propenso a credere che quel direi poteva essere meglio tradotto con si direbbe.
7.   Pag. 189, un classico errore di stampa, un pugile americano chimato Cat Spade al posto di chiamato Cat Spade.
8.   Pag. 209, si legge un sottile foglio di carta bianca che doveva facilitare l'ulteriore separazione dell'acquerello, anche in questo caso mi pare evidente un errore di traduzione: con le cautele del caso (non ho imparato il francese negli ultimi due minuti) la frase dovrebbe essere invece un sottile foglio di carta bianca che doveva facilitare la successiva separazione dell'acquerello.
9.   Pag. 276, altra incoerenza tra parole e mappa, sesto a destra al posto di un più coerente sesto a sinistra.
10. Pag. 278, si legge un portacenere ottagonale di ceramica banca, dove sarebbe stato meglio bianca.
11. Pag. 312, si legge i suoi settantadue ex compratori mentre dal contesto è chiaro facesse riferimento a i suoi settantadue ex fornitori.
12. Pag. 351, incontriamo un incredibile alla cucina alla vecchia, [...] Henry Fleury volle contrapporre, per la grande sala da pranzo di rappresentanza, uno stile decisamente avanguardistico. Probabilmente sarebbe stato meglio un alla vecchia cucina, [...] Henry Fleury volle contrapporre, per la grande sala da pranzo di rappresentanza, uno stile decisamente avanguardistico o, al limite, un alla cucina alla vecchia maniera.
13. Pag. 382, si legge probabilmente solo una malacopia che andrebbe tradotto in migliore italiano con brutta copia, o minuta.
14. Pag. 392, si legge macchina per scrivere: , con i due punti finali, mentre dal contesto sarebbe decisamente meglio un punto e virgola.
15. Pag. 446, si legge Jean Pierre Frère mentre il personaggio nelle restanti pagine si chiama è invece Jean Jaques Frère.
16. Ultimo: in parecchi capitoli si incontrano riferimenti a libri definiti dal traduttore romanzi polizieschi, mentre in un italiano corrente si direbbe piuttosto romanzi gialli. Di nuovo un esempio di traduzione poco attenta.

Ok, ho finito.
Ora anch’io ho il mio elenco.
Oltre ad avere tre lettori in meno.
Così ora mi rimani solo tu.

12 commenti:

  1. Risposte
    1. meno male, stavolta avevo proprio paura di essermeli giocati tutti. ero addirittura pronto a fare una telefonata a mia mamma e a darle l'indirizzo del blog, giusto per ricominciare da zero con qualcuno di fiducia.

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    2. Tranquillo che da qui non mi sposto. Tu stai facendo un lavoro prezioso su un libro ostico ma affascinante. Ora sono stregata da un DeLillo, ma Perec mi aspetta perché vuole che lo ricominci daccapo e stavolta arrivi - con metodo, umiltà e l'aiuto della tua guida - fino alla fine.

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    3. facciamo così, tu leggi Perec avvantaggiata dal mio elenco di errori, e io in cambio tento un'impresa titanico/olimpionica: intraprendere e spero portare a termine, alla mia veneranda età, e dopo essere per ben due volte arrivato a pag 60, la lettura della Recherche di Proust. Sarà durissima, ma l'estate è alle porte e ho già prenotato un accogliente canile per le mie bimbe (velato riferimento al tuo ultimo post).

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  2. BASTAAAAAAA!!!!!!
    Poteva pure intitolarlo: "Tira fuori l'autismo che c'è in te!"
    E poi ci sono quelli che dicono che i videogiochi fanno male. Questo è un classico esempio di libri che fanno male (a parte se qualcuno te lo lancia addosso).
    Assolutamente da ripristinare l'indice dei libri proibiti.

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    1. Stai forse dicendo che non ti ho convinto a leggerlo? Ti perdi qualcosa, sappilo.

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  3. Su 16 non sono d'accordo, chi ti ha detto che polizieschi non è italiano corrente? E' un sotto-genere ampio di gialli. Tutto questo per dirti che almeno un lettore è salvo

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  4. Più di uno: hai convinto me. L'edizione Rizzoli 1984 contiene gli stessi errori.

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    1. Conta su di me: invio tosto l'epistola alla Rizzoli.

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  5. Stranamente tra tutti gli elenchi di Perc questo elenco su Perec è il meno noioso. Sarà la mia natura di criticone ma la ricerca degli errori altrui mi sconfinfera. Concordo comunque con Dreamon: polizieschi si usa. Un'ultima cosa: gli errori 2 e 9 non sono errori; ciò che è a destra per chi legge è a sinistra per chi scrive, giacché, come è noto lo scrittore si trova dall'altro lato dello schermo dell'iPad (la qualcosa è evidente essendoci già io da questa parte).

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    1. Il tatuaggio sconfinferotti a sufficienza come errore?

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    2. No, sconfifferommi poco, giacché la mia opinione su chi si fa tatuare fuck the system su un braccio è già abbastanza bassa da non indurmi a riporre troppa fiducia sulle sue capacità di mettere in ordine le lettere di una parola.

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