sabato 12 gennaio 2013

Roba inconcludente con un sacchetto di carciofi tra le mani


Di ritorno dalla consueta spesa del sabato mattina al mercato Trionfale, mi stavo giusto dicendo che in un campo di gioco come quello occidentale, dove le situazioni estreme non sono (per ora) la norma, e ancor di più in un sottoinsieme di nicchia come l'ambiente che frequento, saldamente caratterizzato da un elevato tasso di posti sufficientemente sicuri e famiglie abbastanza tradizionali, la mancanza di alternative di vita concrete e praticabili nel breve periodo può, in alcuni casi e momenti, dare la rassicurante illusione di stazionare nel migliore dei mondi possibili e, come conseguenza non sempre immediata, di posare le chiappe in una bolla di felicità. Sottolineo illusione.
D'altronde nemmeno sotto tortura sarei capace di distinguere tra la felicità e l'illusione di essa, se non altro perché credo siano composte della stessa materia.
Quindi può sembrare che ci si possa stare. Stavolta sottolineo sembrare.

3 commenti:

  1. Troppa capacità di astrazione per un uomo che si nutre di carciofi. È sicuro sig. Tacchino che si trattasse proprio di carciofi?

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  2. Le bolle sono delicate e scoppiano facilmente e molti vorrebbero entrarci. Basta sporgere il naso e li vedi, lí sotto, quelli che inseguono la tua bolla. É cosí che ti accorgi di quant'é reale. Il supernercato poi é un ottimo punto di osservazione.

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    1. Interessante l'osservazione della signora: misurare il coefficiente di realtà della propria vita attraverso lo sguardo degli altri. Vede sig. Tacchino, lei che si ostina a prendere la metropolitana, come si diventa intelligenti a prendere il treno?

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