sabato 2 febbraio 2013

La D è muta

Un principe azzurro, anzi blu, blu scuro, scurissimo, un principe nero che libera la sua nera principessa dalla prigionia nella torre del male.
Un dentista tedesco cacciatore di taglie dal cuore tenero e dall'eloquio forbito, con un senso della giustizia talmente spiccato da non poter fare a meno di rovinare tutto proprio quando quel tutto sembrava andare nel verso giusto.
Uno schiavo negro più negriero del padrone bianco, che dimostra come contare i colpi sparati dalla Colt dell'avversario non sia poi così utile, se le pistole alla fine sono due.
E in mezzo corpi dilaniati dai cani, sangue a quantità equine che schizza dovunque, teste spaccate da martelli, calibri 45 che rombano come tuoni, il tutto ambientato in una frontiera vecchia di centocinquant'anni e farcito da mille citazioni dell'epopea nostrana dei bud e terence e dei ringo e sartana e da musiche che paiono a volte la ragione d'essere del resto, tanto sono perfette lì dove sono.
Questo Django Unchained è roba da vedere. Garantisce il Tacchino.



1 commento:

  1. Accidenti. Dopo una descrizione così, corro al cinema!

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