domenica 16 maggio 2010

Copyright 2

Qualche settimana fa scrivevo sul post Copyright che le idee veramente originali non esistono, esiste solo una evoluzione di idee precedenti, e che pertanto il diritto d'autore non ha ragione di esistere.
Il mio amico Paolo mi faceva notare, prima in un suo commento al post e poi ieri al termine di una piacevolissima serata a casa sua, che nel caso della musica c'è una creazione dal nulla: la nuova melodia non deriva da nient'altro per definizione, altrimenti non sarebbe una melodia originale ma una semplice "cover"; in quel caso, dice lui, è necessario riconoscere all'autore un obolo per la sua creatività.
Ho provato a tagliare corto rispondendo in modo caustico al suo commento al post, ma così non vale; poi stamattina, correndo, ho provato a rifletterci meglio.
Se dal punto di vista della combinazione particolare delle note posso dargli ragione, appena si osserva la cosa da più distanza l'ipotesi della creazione originale svanisce.
Prendiamo per esempio Something, scritta da George Harrison e inserita nel disco The Beatles, considerata da Frank Sinatra e da molti altri una delle melodie più belle del secolo. Sicuramente la struttura melodica è originale, nel senso che quelle note, in quella sequenza e con quel ritmo, armonia e cadenza fino ad allora non era mai stata sentita nè suonata. Fin qui non c'è dubbio, e questa caratteristica è comune a tutte le creazioni artistiche: le prime parole di Moby Dick, "Chiamatemi Ismaele", fino ad allora non erano mai state messe in quella sequenza, e le pennellate del "Cielo stellato" di Van Gogh non erano mai state distese in quel modo.
Ma Something non sarebbe mai stata possibile senza tutta la musica che era venuta prima, dal blues, al rock americano degli anni '50, al folk inglese, alla cultura beat, alle stesse precedenti canzoni dei Beatles. E soprattutto non sarebbe mai stata neppure concepita senza quel coacervo di menti geniali che era l'unione dei quattro Beatles, un continuo e irripetibile pentolone ribollente di influenze reciproche, di idee e di stimoli scopiazzati l'uno dall'altro.
E' naturale che ognuno aggiunge alle idee precedenti qualche accenno nuovo, qualche sprazzo originale, che per una teoria scientifica è una soluzione originale ad un problema già analizzato in mille modi, in musica una sequenza di note sorta in seguito ad anni di ascolti e di influenze. E' proprio questo che costituisce l'evoluzione di idee precedenti a cui accennavo nel post, è proprio qui il progresso. Ma non è nulla di completamente originale, solo un gradino in più nell'evoluzione delle cose, una innovazione.
Per questo l'innovatore merita certamente un pizzico di gloria, ma non il vitalizio perpetuo del diritto d'autore. Questo, se fosse possibile, spetterebbe solo al creatore del concetto musica in un mondo che ancora non lo conosceva.

1 commento:

  1. Anonimo8/11/11

    #1 18 Maggio 2010 - 10:06

    in un'epoca in cui più nessuno si azzarda a dire di essere comunista, ecco qui il marxismo-leninismo delle idee. La proprietà comune del Meme al posto del mezzo di produzione!
    Quindi via! tutti gli artisti stipendiati dallo stato.
    (cioè da Silvio).
    pdb

    utente anonimo
    #2 18 Maggio 2010 - 13:16

    Giusto, produzione artistica finanziata come la ricerca scientifica (intendo come modalità, non come importi, altrimenti siamo rovinati).
    Esattamente il contrario rispetto all'idea che circolava qualche tempo fa di togliere il finanziamento alla mostra di Monet e di quell'altro frocio di cui non ricordo il nome...
    aaqui
    #3 18 Maggio 2010 - 13:23

    Mmh, ripensandoci c'è il rischio che poi a beccare il sussidio e comporre canzoni ci sia solo Mariano Apicella...
    Devo pensare ad un modo più giusto di distribuzione del finanziamento pubblico (che non sia il televoto!)... tipo i dischi venduti...ehi, ma questo già esiste!...
    aaqui

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