mercoledì 11 gennaio 2012

Copyright 3

Il mio Google Reader mi dice che a breve uscirà Abolire la proprietà intellettuale, un libro sull'inutilità, o meglio sulla dannosità, del copyright.
Se ne era parlato su questo blog qualche tempo fa e il vostro tacchino è ancora pienamente convinto di quello che sosteneva: il diritto d'autore non ha senso. Solo che, con l'età, e come contrasto con il ventennio sciagurato che ha appena vissuto insieme ad altri 57 milioni di persone, lo stesso tacchino sta imparando a seguire di più le regole, e quindi scarica meno illegalmente e acquista legalmente quello che le sue finanze gli permettono. La quantità del materiale a disposizione è diminuita, ma la qualità ne guadagna: ad esempio ho meno brani da ascoltare sul mio lettore mp3 e mi posso concentrare più su quelli per i quali ho attentamente ponderato l'acquisto. Un altro aspetto dell'effetto R4 di cui al post precedente.

5 commenti:

  1. Sulla pirateria illuminanti le parole di Gabe Newell, capoccia di Valve (quelli di Half Life e Steam): "Crediamo ci siano dei pregiudizi sulla pirateria. Essa è quasi sempre un problema di servizio e non di prezzo. Per esempio, se un pirata offre un prodotto ovunque nel mondo, per 24 ore per 7 giorni, comprabile a proprio piacimento dal proprio PC, mentre il distributore legale dice che il prodotto ha blocco regionale, arriverà nella tua nazione tre mesi dopo essere uscito negli USA e può essere comprato solo in un negozio tradizionale, allora il servizio del pirata ha più valore. "

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  2. Non so se è solo questo. Nel mio caso è sempre stato più l'elemento prezzo a spingermi. La mia fame di musica negli anni passati non aveva nessuna possibilità di essere placata acquistando legalmente ai prezzi fissati dalle case. Ora, come dico nel post, qualcosa è cambiato. Forse anche il fatto che il concetto di possesso di un brano o di un video è cambiato: ad esempio perchè scaricare un video di un concerto se su youtube è sempre disponibile e lo posso vedere comodamente in tv in streaming?

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  3. Zio Lucio cantava; "..come può uno scoglio , arginare il mare ..."
    Ovviamente il contesto era diverso ma prendiamo in prestito i suoi sempreverdi insegnamenti e spalmiamoli sulla repressione della pirateria.
    Come si può pensare che l'attuale inefficace, inapplicabile, indecifrabile sistema di repressione e punizione della pirateria arresti un fenomeno di proporzioni mondiali come questo ?
    Non voglio dire che pirateria sia giusto o sia sbagliato, voglio solo sottolineare l'inefficacia e la velletarietà dell'attuale sistema di controllo e contenimento.
    Inoltre la tecnologia evolvendo sarà sempre di più dalla parte dei "ladri" piuttosto che delle "guardie".
    Guardare dal buco della serratura delle comunicazioni p2p sarà sempre più reato e , viceversa, i protocolli di crittografia e cifraggio saranno sempre più uibiqui e semplici da usare.
    Non facciamo prima a ripensare il tutto ?
    Zio Lucio, quanto ci manchi

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  4. Scausa se questo link è un pò lungo, ma si sposa benissimo con questo tuo post e con quello più recente... farà qualcosa monti?

    http://www.brunoleoni.it/nextpage.aspx?codice=11104

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  5. interessante articolo, solo che la conclusione mi lascia perplesso:
    "Chi produce libri, film, canzoni o software deve essere remunerato per il lavoro che svolge, se non altro perché senza l'incentivo del profitto nessuno investirebbe tempo e soldi nella produzione di queste opere e ciò sarebbe un danno per tutti, pirati inclusi. Il punto è se il compito di difendere questi diritti debba ancora essere affidato a un monopolista di Stato inefficiente, costoso e scialacquatore. La risposta spetta al liberalizzatore Monti."
    Il punto è proprio questo: chi produce opere artistiche o dell'intelletto non dovrebbe essere remunerato tuot court, solo per averlo fatto e in base a criteri misteriosi, ma lo potrà essere direttamente dai consumatori, senza alcuna intermediazione, ne della Siae ne di suoi competitors. Se un cantante vuole guadagnare può farlo atraverso i biglietti dei concerti, il merchandising, le partecipazioni a programmi televisivi ecc., ma non prendendo soldi dal complessino che fa una cover al compleanno del diciottenne. E’ completamente anacronistico.

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