sabato 29 ottobre 2011

Gita allo zoo

Mi piace andare allo zoo. Soprattutto perchè ora si chiama bioparco, e significa che gli animali non sono chiusi in semplici gabbie ma accolti all'interno di piccoli ambienti naturali ricostruiti con cura e rispetto delle loro peculiarità. Lo spazio che hanno a disposizione non è per nulla esiguo: se prendiamo ad esempio gli orsi, beh, credo abbiano almeno cinquecento metri quadri comprensivi di piscina, cascate e boschetto per nascondersi alla vista dei visitatori, una condizione di vita decisamente migliore di quella di molti umani. Poche cose sono preziose quanto capire e continuare ad essere sbalorditi  dalla complessità e dalla ricchezza biologica del mondo in cui viviamo, e lo zoo mi offre una meravigliosa occasione per insegnarlo alle mie figlie.
Non sono d'accordo con chi dice che gli animali qui soffrono perchè non sono liberi e non possono correre e cacciare come farebbero nel loro ambiente. Sofia l'elefante, Petronilla l'orango, i leoni, gli ippopotami, e la stragrande maggioranza degli animali sono nati all'interno di questi diciassette ettari inaugurati nel 1911. Non hanno mai conosciuto altro che questa comoda, sicura, routinaria e rassicurante esistenza nello zoo di Roma. E sono molto più utili alla nostra e alla loro specie rispetto a quanto possano essere i loro simili in libertà. Sofia ha quarant'anni: quante generazioni di bambini osservandola hanno imparato qualcosa sugli elefanti, sulla biodiversità, sulla grandezza e l'armonia della natura? Sofia ha fatto cultura, sicuramente più della maggior parte degli umani che conosco. Un bimbo che l'ha conosciuta ha un motivo in più degli altri per salvaguardare il mondo in cui temporaneamente alloggia, e più difficilmente da grande acquisterà un fermacarte di avorio, se gli si presenterà l'occasione. Sofia aiuta la sua specie e la nostra molto più di quanto potrebbe mai fare in libertà. Non mi pare poco.

11 commenti:

  1. E allora come mai non dona il suo corpo alla scienza, sig. Tacchino? Ma adesso dico. Pdb

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  2. Faccio di tutto per essere più utile da vivo.

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  3. mah.... non è che mi hai convinto... con lo stesso ragionamento avrei potuto sostenere la schiavitù... anzi ora che mi ci fai pensare.....

    e.

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  4. Schiavitù? C'è un abisso... La specie umana, schiavi compresi, hanno coscienza, aspettative, capacità di astrazione: possono facilemente osservare la loro condizione in maniera oggettiva, dall'esterno, e soffrirne. Gli animali, per quanto ne sappiamo, no. Sono solo istinto di sopravvivenza e tendenza e evitare il dolore. Mi pare ben diverso.

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  5. Ma lei davvero, sig. Tacchino, crede che si possa fare una distinzione così netta: zac, l'uomo da una parte gli animali dall'altra, tutti presi insieme, così, come mischiati in un secchio, senza nessun distinguo, nessuna gradazione di coscienza, di evoluzione? Mah? Mi sembra un'impostazione molto cattolica. Quanto poi al fatto che un uomo possa giudicare se stesso dall'esterno, in maniera oggettiva, come dice lei, beh, questa mi sembra davvero grossa! Pdb

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  6. Forse sono stato travisato. Certo che c'è una gradazione di complessità e di coscienza, dalla vongola all'uomo, passando per formiche e cavalli, ma solo per l'uomo è plausibile l'esistenza di autoconsapevolezza e la capacità di immedesimazione negli altri. Dico che è plausibile, non provata. Ad esempio dubito della sua quando fa certe domande :-) Tornando all'argomento del post, non credo che Sofia riesca a invidiare la libertà delle persone che la osservano dall'esterno della gabbia e a soffrirne, come farebbe un essere umano. Credo invece che soffrirebbe in modo simile a un essere umano se le facessero del male fisico o se le negassero il cibo e la compagnia dei suoi simili. E dico questo proprio perchè credo ci sia la gradazione di coscienza a cui lei accenna.

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  7. Ma no, ma che dice? Io capisco, capisco tutto. Ho capito infatti che ha tolto dal secchio formiche e cavalli, e forse anche Sofia. Non ho capito la risposta alla mia domanda (effettivamente non posta): il suo è o non è lo stesso atteggiamento di Ratzinger? E poi lei davvero pensa di essere in grado di avere un giudizio oggettivo sulla sua stessa condizione? Pdb

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  8. Non so con precisione quale sia l'atteggiamento di Ratzinger, non fa parte delle mie frequentazioni né delle persone sulle quali mi tengo constantemente informato. So più cose su Raul Bova.
    Immagino comunque che il vecchio Razt finisca ad un certo punto a parlare di anima, come alla fine si ritrovano a fare tutti coloro che, oltre ad avere una paura fottuta della morte, non accettano una spiegazione della coscienza che scaturisca direttamente dal sistema nervoso. E l’anima o ce l’hai o non ce l’hai, se sì sei fuori dal secchio, se no sei nel secchio.
    Io invece credo che la storia del secchio sia una cazzata, per lo stesso motivo che adduce lei: esiste una gradazione di complessità dei sistemi nervosi, e quindi non esiste un confine netto tra secchio e non secchio. Non mi pare ci siano varie gradazioni di anima, quindi la risposta alla prima domanda è no.
    Credo tuttavia (e forse è questo che lei, caro il mio furbacchione, intende) che con le conoscenze attuali possiamo presupporre una completa autocoscienza solo per la specie umana. Potrebbe tacciarmi di specismo, ma l’anima c’entra poco. Sono comunque pronto a cambiare idea se mi si portano indizi a favore di una piena capacità di autocoscienza in altre specie animali o vegetali.
    Per quanto riguarda la storia del giudizio oggettivo, tutto quello che posso fare è immedesimarmi in persone (o animali, o anche piante) diverse da me è provare ad immaginare come ci si sentirebbe e come (nel caso di esseri che ritengo senzienti) possano vedere me. Forse non avrei dovuto usare l’aggettivo oggettivo, che spesso intimorisce, ma avrei dovuto parlare di capacità di immedesimazione. Vedrò di stare più attento.

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  9. #9  07 Novembre 2011 - 22:28
     
    La mia magnanimità di pignolo mi obbliga a cedere e a lasciargliela passare (solo un vero rompipalle può appropriarsi della signorilità del ruolo di colui che cede, chi non è pignolo non cede, semplicemente non glie ne frega niente, e non sarà mai un signore). E con ciò esco in grande stile dal novero dei commentatori sul suo blog in ambiente splender. Pdb

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  10. Anonimo14/11/11

    l'anima non c'entra con l'autocoscienza, non la determina, è un'altra cosa e lo capiremo bene quando lascerà il nostro corpo; come fanno con l'acqua i pesci rossi. Bye byeee

    devopensarcisu

    ps interessante che le abbiano dato del "cattolico", senza offesa ovviamente

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  11. Anonimo8/3/12

    secondo me non ci sono parole per rispondere a questi pensieri, o almeno non ci sono parole che farebbero cambiare opinione a chi li elabora. dobbiamo solo aspettare, e sperare che il tempo cambi, o meglio perfezioni e sensibilizzi le menti. l'ignoranza va combattuta con la cultura. per questo vi consiglio di andare a berlino, precisamente alla berlinische galerie, e osservare con attenzione la mostra fotografica "of hippos and other humans" di friedrich seidenstucker (in particolare la sezione riservata allo zoo).
    http://www.marler-zeitung.de/freizeit/kunst/-Von-Nilpferden-und-anderen-Menschen;art256,567903
    inoltre vi inviterei a considerare i mezzi, oltre che i fini, riallaciandomi alla giustificazione della cattività animale per il bene dell'umanità e della conoscenza.
    vi suggerirei (ironicamente) di menzionare anche il guadagno e il contributo socio-economico degli zoo, come carta a vostro favore: fornisce più posti di lavoro? ma dai..
    ps: se andate a berlino, non andate allo zoo!

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