giovedì 20 ottobre 2011

Riforma elettorale #1 - Proporzionale attiva

Lo dicevo io che negli attuali meccanismi di democrazia c’è qualcosa che non va. Anche Astutillo è della mia opinione, e nelle sue cose da sapere subito dice che la maggioranza ha sempre torto, e le poche volte che ha ragione è per il motivo sbagliato. E il vecchio Asty non sbaglia mai. La favola della maggioranza che deve governare perché è maggioranza è una delle più grosse baggianate che ci hanno rifilato negli ultimi secoli.
La maggioranza è foriera di scelte populiste, di slogan semplici da capire ma totalmente vuoti, di politiche a favore di lobby potenti, di scelte a breve termine solo per essere riconfermati alle prossime elezioni, di azioni a salvaguardia del proprio serbatoio di voti.
Ancor di più in un paese vecchio come il nostro, con l’età media di Raffaella Carrà. Alla fine ci troviamo ad essere governati da scaldapoltrone scelti da un settantenne, che quanto ad aspettative per il futuro al massimo può aspirare a un aumento di pensione o alla chiusura del cantiere della metro che intralcia il suo abituale percorso verso il pizzicagnolo. L’esito del meccanismo è che a rappresentarci nelle aule del potere fanno presenza, quando ci va bene, i soliti affabulatori in cerca di affermazione personale e redditi sicuri e, quando ci va male, Brunetta e Gasparri. Ma che sistema è quello che stabilisce che il mio voto vale come quello di mio nonno? Io ho una prole da mantenere, qualche decennio di visione prospettica, cultura un filino più completa, ma soprattutto un più consistente interesse nelle cose che accadono al mio paese. Perché il voto di Milena Gabanelli o del Barozzi deve valere come quello di Vasco Rossi o di Gigi D’Alessio? E perché un evasore ottantenne di Campione d’Italia ha la stessa voce in capitolo di un insegnante precario con tre figli a carico? E allora, prendendo spunto da una provocazione che PdB, mio commentatore di fiducia, aveva scagliato dal divano di casa sua, vi propongo di adottare la proporzionale attiva (da non confondersi con quella conosciuta sinora, che definirei passiva). Si tratta di dare un diverso valore al voto di ognuno degli aventi diritto, un peso proporzionale all’effettivo interesse nel futuro del paese. Applicherei la seguente formula:

P=Rad(Z)+R+(20/N)

dove

P=peso del voto
Z=numero dei figli minorenni a carico
R=tasso di partecipazione politica (variabile tra 0 e 1)
N=età
Rad=operatore radice quadrata (non so come scriverlo altrimenti)

Hai quarant’anni, quattro figli sul groppone e hai sempre partecipato alle elezioni e ai forum di discussione politica (di questa storia del forum vi parlerò nel post #2)? Il tuo voto vale 3,5.
Hai sessant’anni, i tuoi figli sono maggiorenni e votano per conto loro e te ne frega cazzi del Paese? Il tuo voto vale 0,3.
Hai trent’anni, un figlio piccolo e partecipi mediamente? 1,7.

Per ora ho preso in considerazione solo questi tre parametri, ma con un costruttivo confronto online sono disponibile a modificarli prima dell’invio della proposta all’Assemblea Costituente. Come dite? Arrivo tardi? La Costituente si è sciolta nel '48? Allora è il momento di farne un'altra.

13 commenti:

  1. Hmmmm...sig. Tacchino...sulla carta è seducente ma nei fatti è un' in....ta sicura. Quando ci sono dei parametri per avere più diritti/ privilegi degli altri allora " la legge è uguale per tutti ma per alcuni è più uguale che per altri".
    Sancita la fine della democrazia se mai ve ne fosse stata una.
    Una testa, un cranio ( sperando non sia marcio, ma per quello ci vuole la cultura...ah, questa sconosciuta....)

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  2. Il mio voto vale 1,2. Non so se sono proprio contento.
    Lo scorfano.

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  3. @scorfano: non mi tornano i conti. Io prevedevo nel tuo caso 1,5, anche se non è molto meglio di 1,2. Ok, ok, qualche parametro è da affinare, lo ammetto, ma mi pareva un'idea sufficientemente provocatoria da meritare di essere perlomeno abbozzata...

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  4. @rigo: la storia di un cranio un voto porta alle abberrazioni di cui parlavo, soprattutto alla mentalità a breve termine che prevale su quella a medio lungo, tipica di un paese anziano come il nostro. Non ha notato che chi ricopre posizioni di potere ha in media 65 anni? La gerontocrazia ci soffoca, ed è al potere anche perchè chi vota ha la stessa età, stesso linguaggio, stessi interessi e inclinazioni.

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  5. Bravissimo Tacchino, è questo ciò che ti caratterizza: l'applicazione, il metodo, la teorematizzazione. A malapena ricordavo di averne parlato del coefficiente, ma leggendo il tuo post mi sembrava effettivamente un'idea condivisibile, soprattutto a tutela dei minori. La domanda più importante infatti è perché i miei figli non hanno alcun diritto ad essere rappresentati. Sul come calibrare il peso dei voti poi si può discutere; a me sembra più importante, nonché meno fumoso, il principio del numero dei figli rispetto al coefficiente di attivismo politico... Ma l'importante è iniziare a parlarne, avere dei dati di partenza, e per questi ci voleva un uomo rigoroso come lei. Pdb

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  6. ...ah già, e poi quanto farebbe radice di 3? Pdb

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  7. @Pdb: io non mi arrischierei a fare queste domande (la radice di tre) di cui già conosce la risposta (o comunque può conoscerla facilmente), non fa altro che dare elementi a Rigo per il suo prossimo post su come immagina i suoi lettori, e lei farebbe la solita figura del coniglio iperprolifico.
    Riguardo al concetto di parametrizzazione della partecipazione politica cercherò di disperderne la fumosità in uno dei prossimi post.

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  8. Sig. Tacchino, solo ora mi sono resa conto di cosa ho scritto:
    una testa, un cranio.
    Naturalmente intendevo dire una testa, un voto.
    Considerato il mio stato mentale ormai ai limiti della senilità, le suggerisco di inserire un parametro che riguardi l'affidabilità in termini di assetto psichico del votante. Ne deriverebbe un meraviglioso mondo gestito solo da bambini che sono notoriamente più sani e saggi di qualunque adulto.
    Avremmo forse problemi di carie, di divani sporchi di cioccolata per legge, di conigli in giro per la casa, ma sai che altro divertimento!!!!!!!

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  9. Io sono contrario al parametro "tasso di partecipazione politica", ma aspetto il post 2 x commentare.
    quanto all'età, perchè il voto del pelliccia dovrebbe contare più del mio?
    quanto al nr. dei figli perchè dare più peso proprio a chi sta contribuendo ad uno dei principali problemi del domani? e cioè la sovrappopolazione?

    sarebbe molto più semplice un correttivo al voto del tipo:oltre una certa età non voti PIU', che tanto sei rincoglionito. Già è tanto che ti pago un briciolo di pensione che invece io non vedrò mai, vedi di non rompere i coglioni che sennò te la levo.
    semplice, senza formule e comprensibile per tutti.

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  10. @e.: caro e, non siamo più all'epoca dei catastrofismi maltusiani sull'esplosione demografica, anche la Cina ormai ha imbrigliato (con metodi spesso quantomeno opinabili) la crescita della sua popolazione. Il premio a chi fa figli vedilo semplicemente perchè garantisce il primo obiettivo della specie, la sua sopravvivenza. Se non ti va di vederla così puoi sempre rileggere il commento di Pdb, si tratta di dare voce a chi inspiegabilmente non la ha (i minori). Il limite di età per il voto non è male, provo ad inserirlo nella formula.

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  11. Sig. Tacchino le darò un argomento in più: il famoso principio alla base delle rivoluzioni dell'epoca moderna "no taxation without rapresentation". Ora, se è vero che i miei pargoli non fanno il 7e40, avete però un'idea della mostruosità del gettito IVA generato dai consumi riconducibili in capo ai suddetti? Pdb

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  12. 1) non hai risposto alla mia domanda sul perchè il voto del "pelliccia" dovrebbe contare + del mio. Io a 18 anni ero un cretino ed avrei votato x cettola qualunque se solo mi avesse promesso un pò di "pilu".

    2) ok sul correttivo sui minori, ma se la poni così allora riformulo la mia obiezione sui vecchi. anche loro hanno bisogno del voto x surroga, quindi il parente in età 18-65 deve poter avere un peso anche per loro..... così tanto x rendere + complicata la tua formula.

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  13. @e.: carissimo, mi pare tu proponga tra le righe di centrare il parametro età sul valore 40 anni, in modo che sia il 18enne che il 70enne valgano di meno. Posso anche essere d'accordo, visto che anch'io mi aggiro furtivamente su quell'età. Ovvio che se ne avessi venti e fossi io a gestire la formula la centrerei sui venti. Mi pare che la cosa stia un po' scadendo. E mi pare che stia convergendo su una verità alla quale dobbiamo dare risposta: chi è che decide formula, parametri e pesi? È lì che risiede il potere del mondo che stiamo costruendo. Proverò a dare una risposta nel post #2.

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