giovedì 1 dicembre 2011

Splinder - Ultimo atto

Ci sono degli esseri verso cui provi odio. Li disintegreresti, li annulleresti, vorresti cancellarli insieme alla memoria delle loro gesta, in modo che nessuno ne senta più parlare, né sappia che sono mai esistiti. A volte questi esseri sono persone, altre volte sono entità astratte, luoghi virtuali.
Io odio Splinder.
Vorrei non averlo mai conosciuto. Vorrei cancellare quel giorno in cui, leggendo un blog che mi pareva ben fatto, ebbi un’ispirazione e mi ritrovai a dirmi: perché non provi a scrivere qualche cacchiata anche tu? Sì, quelle stupidaggini che ogni tanto ti passano per la testa e che scribacchi su foglietti volanti. Ok, ma come farlo? Fu proprio allora che, senza troppo sforzo, notai una piccola e invitante scritta azzurra in alto a destra della schermata che stavo visualizzando, che diceva più o meno: apri un blog con noi, è facilissimo.
E io, sventurato, risposi.
Cominciò così un periodo stimolante ma amaro. Stimolante perché avevo l’occasione di dare un’apparenza più o meno ordinata a qualche piccola idea, buttandola giù in una veste tipografica dignitosa e non sul solito quadratino di carta igienica; come sovrappiù, chi fosse passato da quelle parti e le avesse lette, avrebbe potuto reagire ad esse in qualche modo, e questo mi spingeva a fare del mio meglio. Amaro perché tutto questo lo facevo sulla peggior piattaforma blog che abbia visto la luce sul nostro pianeta, una vera cagata assurta a livello di software.
Qualcuno (uno) dei miei lettori dopo poco ha provato a farmi desistere e a farmi cambiare piattaforma: fallo finchè sei in tempo, diceva quel saggio, ed io ma no, ho già pubblicato quattordici (14!!!) post, è un’attività ben avviata, il mio indirizzo lo conoscono già in quattro, forse cinque te compreso, non mi va di buttare tutto all’aria.
Poi, qualche settimana fa, ho dovuto farlo per forza, visto che quel cesso di Splinder avrebbe presto chiuso i battenti, e ormai se ne parlava ovunque nel mondo degli scrittori da carta igienica. E visto che quella merda di Splinder è l’unica (l’unica!!!) piattaforma per blog che non permette l’esportazione dei contenuti, allora ho preso i post e i relativi commenti uno per uno e li ho copiati sul nuovo blog. Una fatica immane, i commenti tutti appiccicati tra loro, le date un po’ a cacchio, ma poco importa se il risultato è liberarsi da quella palude di melma informe.
Infine, ed è storia dei giorni nostri, proprio di ieri, mi è arrivata una mail. Diceva più o meno: Cari bloggers, Splinder chiude. Ma, nella sua magnanimità, ti offre lo strumento per non perdere il tuo blog. Potrai trasferirlo altrove con le date giuste e con tutti i commenti. Inoltre ti dà la possibilità di reindirizzare le visite al tuo nuovo blog.
Soprassediamo sul fatto che il blog l’ho scritto io, che i contenuti mi appartengono e che quindi la possibilità di trasferirlo me l’avresti dovuta dare da sempre, brutto stronzo, e che non è così che si trattengono i clienti, legandoli al bancone. Ok, mi son detto, calma, forse ho la possibilità di fare le cose con più ordine. Potrei approfittarne per rimettere tutte le cose a posto, date e commenti, pazienza per la fatica che ho perso a farlo a mano con mediocri risultati appena quindici giorni fa.
Ma anche nell’ultima fase della sua vita Splinder si è confermato quello che era: un agglomerato informe di materia fecale. L’export non funziona, dà come risultato un file che non è salvabile in locale. Eppoi non ci sono i commenti. Eppoi le date sono sballate. Eppoi i post non ci sono tutti, ne mancano almeno una decina.
Allora ho pensato, bene, rimaniamo calmi, non faccio l’esportazione, mi accontento del lavoro di copia incolla fatto a mano. Ora però sfrutto questa figata del reindirizzamento.
Provo.
Riprovo.
Ririprovo.
Non funziona neanche quello.
L’apoteosi della cessità totale, l’acme della schifezza, la vetta delle monnezze.
Questo è stato Splinder.

6 commenti:

  1. Quindi? Non ho capito. Splinder: buono, o Splinder: cattivo?
    No, scherzi a parte, io quell'odio li, quello delle prime due righe non lo provo per niente e per nessuno, quindi la prego di usare la prima persona singolare. Molto elegante però la citazione de I promessi sposi; si vede che ha frequentato il liceo con profitto.
    Pdb

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  2. La scoria dello schifo. Insomma non ci provo neppure ad esportare le mie cose....
    (qual era la citazione dotta, di grazia?)

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  3. Mi aspettavo da un darwinista come te un qualche parallelo con le teorie evoluzionistiche... chi non è all'altezza si estingue, il tuo blog che invece ha solide potenzialità, semplicemente, si evolve ;-P
    e.

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  4. caro e., il parallelo non sarebbe stato corretto, l'evoluzione darwiniana non si esprime all'interno di una stessa generazione, ma nella lenta successione delle generazioni. Qui siamo darwinisti, mica lamarkiani.
    Rigo: fili a ripassare il capitolo sulla monaca di monza (ah, vero, lei con le monache non ha un buon rapporto...)
    :^)

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  5. Ehi! Voi due! Piantatela co' 'ste faccine. Che c'avete tredici anni?~>¥{{*

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