Avrei voluto fuggire via, sgusciare fuori con una scusa inattaccabile, che so, bolle violacee sulla cute, rigonfiamento improvviso del pomo d'Adamo, una telefonata improrogabile da Enzo Ghinazzi, qualsiasi cosa piuttosto che stare lì fermo e zitto a vedere una persona torturata. Perchè di questo si è trattato, di una vera e propria tortura ai danni del malcapitato di turno, altro che aperte virgolette incontro di allineamento chiuse virgolette. L'orario di convocazione, dalle 12 alle 16, la diceva lunga sulle seconde finalità della riunione: incutere timore con l'abnorme durata e saggiare il valore che ognuno dei convocati avrebbe dato alle ragioni aziendali rispetto alle esigenze fisiologiche dell'ora di pranzo.
Ma tutti sapevano che il fine principale era una pubblica gogna. Il capro da sacrificare era stato selezionato con cura e la mattanza portata avanti con metodo e decisione. Man mano che la pietosa pantomima procedeva, imbarazzo e sguardi di circostanza si dipingevano sui volti dei partecipanti non coinvolti direttamente: alcuni facevano finta di scrivere appunti, altri scarabocchiavano ghirigori senza nemmeno dargli una parvenza di contenuto, altri ancora rimanevano immobili a guardarsi le unghie, tutti comunque con l'espressione contrita dell'inevitabilità.
Ma tutti sapevano che il fine principale era una pubblica gogna. Il capro da sacrificare era stato selezionato con cura e la mattanza portata avanti con metodo e decisione. Man mano che la pietosa pantomima procedeva, imbarazzo e sguardi di circostanza si dipingevano sui volti dei partecipanti non coinvolti direttamente: alcuni facevano finta di scrivere appunti, altri scarabocchiavano ghirigori senza nemmeno dargli una parvenza di contenuto, altri ancora rimanevano immobili a guardarsi le unghie, tutti comunque con l'espressione contrita dell'inevitabilità.
Infine il commiato e il vile rientro di ognuno nella propria stanza, non prima di aver rassicurato il malcapitato con ipocrite frasi di circostanza, ma no, sarà un momento, vedrai che gli passa, ma consapevoli della sostanza delle cose gridate e intimamente rassicurati dal fatto che il ruolo della vittima, almeno per stavolta, era stato assegnato a qualcun altro.
L'ebrezza della sopravvivenza. In quel momento non c'era nulla nei paraggi di più vicino alla felicità. Bisognava accontentarsi.
L'ebrezza della sopravvivenza. In quel momento non c'era nulla nei paraggi di più vicino alla felicità. Bisognava accontentarsi.
Lei mi diventa ermetico. Ma di che parla? Dove lavora? Bhe, no, questo forse è meglio che non lo dica. Comunque quale folle organizzazione fa perdere 4 ore di lavoro ad un numero imprecisato di persone solo per mostrare a tutti l'umiliazione di uno?
RispondiEliminale sembra incredibile? non è detto che quello che legge sia avvenuto veramente. o forse sì.
RispondiEliminao forse mi è stato semplicemente raccontato. ma non le sembra verosimile?
RispondiEliminaho appena scoperto il modo per aumentare il numero di commenti su questo misero blog...
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminale tue capacità narrative migliorano di giorno in giorno!
RispondiEliminaAnche questo commento è stato eliminato dall'autore
RispondiEliminaCommento #8. (volevo darle una mano).
RispondiElimina#9: Dove hai trovato la foto del torturatore? Sei riuscito a fargliela durante la riunione?
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