mercoledì 14 marzo 2012

Orsa minore

  
Anche oggi il menù offre: sciopero dei trasporti. Ormai ci siamo abituati, ce n'è uno al mese, a volte anche uno ogni tre settimane. Ma per il pendolare metropolitano scafato, quello per il quale gli orari sono senza segreti, le rotaie libri aperti, i vagoni comodi monolocali arredati, le coincidenze facili passeggiate, le stazioni di scambio luoghi di divertimento, beh, per questi tipi tosti non tutti gli scioperi sono uguali. Dipende.
Di seguito un breve manuale per la sopravvivenza in caso di sciopero, ad uso dei viaggiatori metropolitani.
La valutazione parte dall'attenta analisi delle sigle sindacali promotrici della manifestazione di protesta.

Se ci sono di mezzo i tre sindacati principali, Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti, possiamo stare sicuri che l'adesione sarà abbastanza nutrita, diciamo intorno al 40%. A questo punto dobbiamo prendere in considerazione l'impatto dell'astensione sui diversi mezzi di trasporto urbani. Bus e tram dipendono da una sola persona, il conducente: qualcuno aderirà, qualcuno no; nel nostro esempio 4 bus (o tram) su 10 non partiranno, ma gli altri 6 viaggeranno regolarmente. Certo, le corse saranno più rade, ma gli spazi non saranno strapieni come si potrebbe pensare, perchè molti pendolari avendo sentito dello sciopero si saranno organizzati con mezzi propri. Quindi ci sarà un rallentamento delle corse di bus e tram ma niente scene di panico. Il pendolare bussistico o tramviario dovrà armarsi di un briciolo di pazienza e aspettare il suo mezzo con fiducia, perchè sarà ripagato dall'abbondanza di posti a sedere.
Diverso il discorso per linee complesse come quelle della metropolitana: qui basta qualche astensione dal lavoro in una qualsiasi delle mansioni coinvolte nel processo per far chiudere le stazioni, e il 40% da noi ipotizzato avrà il suo impatto. Manca qualcuno della manutenzione? si chiude. Mancano i conducenti? si chiude. Mancano due della sicurezza? si chiude. Manca il personale di stazione? si chiude. Manca quello con le chiavi? si chiude (anzi non si apre). Il pendolare underground, dopo una valutazione della situazione caso per caso, probabilmente dovrà fare in modo di viaggiare all'interno delle fasce orarie garantite o dovrà riciclarsi su mezzi di superficie (bus e tram, vedi caso precedente).

Se la sigla sindacale che protesta è minore (forse anche con le sue buone ragioni, qui non facciamo valutazioni di merito, ma organizziamo azioni di sopravvivenza), ad esempio Orsa (sindacati autonomi e di base), allora l'adesione sarà intorno al 10%: robetta, basta appena a far tardare qualche corsa ma quasi mai è sufficiente a bloccare le funzioni principali delle linee metropolitane. Minore ancora l'impatto sui mezzi di superficie. Allora il viaggiatore oculato non solo può stare tranquillo, ma può godersi bus semivuoti, vagoni della metro deserti, posti a sedere a gogò, il tutto grazie al fatto che i non esperti avranno optato per i mezzi propri lasciandoci campo libero.

Ed è proprio quello che è successo oggi: sciopero Orsa, adesioni minime, tutte le linee perfettamente funzionanti, pochi passeggeri, servizi puntuali e precisi, niente questuanti, anche loro scoraggiati dagli allarmanti annunci.
E quando entri in un vagone nel pieno di uno sciopero e incroci gli sguardi dei pochi compagni di percorso, beh, riconosci gli esperti, gli scafati, i sopravvissuti, e un leggero brivido ti scorre dietro la nuca: ti senti parte di un'elite; fai un lieve cenno di approvazione e con sicurezza tiri fuori il tuo libro, perchè ti sei meritato la tua mezzora di relax.

2 commenti:

  1. Più la leggo e più gliela invidio questa cosa dei mezzi pubblici. Iniziano a sembrarmi un luogo di idillii e festini sibaritici. A proposito: com'è il menu della carrozza ristorante sulla metro?

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  2. Anonimo17/3/12

    Anche io, e quanto me lo figuro dietro ai suoi occhiali discutibili con il sopracciglio acuto ed il ghigno solo lievemente accennato che tradisce fierezza e orgoglio di appartenenza dell'elite degli smart... Grande. Meritato. S'

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